Quando la maturità diventò esame di Stato

Aldo Domenico Ficara,  La Tecnica della scuola  22.12.2015.  

L’esame di Stato è l’esame finale per le scuole secondarie di secondo grado necessario per accedere a gradi di istruzione superiore (quali facoltà universitarie o accademie d’alta formazione artistica, musicale o coreutica). Dalla riforma varata nel 1997, ed entrata in vigore a partire dall’anno scolastico 1998/1999, l’esame è denominato ufficialmente esame di Stato conclusivo del corso di studio di istruzione secondaria superiore o, in breve, Esame di Stato; la locuzione esame di maturità, pur non avendo più valore ufficiale, è ancora ricorrente nel linguaggio comune e largamente utilizzata per riferirsi anche a esami analoghi all’estero.

Si vuole ricordare un articolo del 1997 preso dall’archivio del corriere della Sera in cui si scriveva: “Il voto sarà in centesimi Nove persone in commissione La nuova maturità entrerà in vigore nel 1999, ma in modo graduale: nel ’99 e nel 2000 verranno introdotte alcune novità, ma solo dal 2001 il nuovo esame entrerà a pieno regime.

Ecco i cambiamenti previsti.

  • Prove scritte – Diventano tre: una di “padronanza dell’italiano”, un’altra su una materia specifica dell’indirizzo, l’ultima sarà decisa in autonomia dalle singole scuole.
  • Prova orale – Il colloquio verterà su tutte le materie studiate dall’alunno nell’ultimo anno.
  • La commissione – Sarà formata da un presidente esterno, 4 docenti interni e 4 esterni.
  • Credito scolastico – Forse la novità maggiore: il consiglio di classe potrà attribuire a ogni alunno nel corso degli ultimi tre anni un “credito” spendibile alla maturità.
  • Il voto – si esprimerà in centesimi e non più in sessantesimi. Sarà dato dalla somma dei punti delle prove scritte (massimo 45 / 100), dell’orale (massimo 35 / 100) e del “credito” (massimo 20 / 100). Per essere promossi e’ necessario arrivare a 60/100.
Quando la maturità diventò esame di Stato ultima modifica: 2015-12-23T05:56:14+01:00 da
Gilda Venezia

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