Roars, 24.3.2016
– Ci voleva l’Istruzione, il settore più visibile politicamente e mediaticamente di quelli assegnati alla competenza del MIUR, per portare in prima pagina del Corriere della Sera una delle tante scellerate “istorie” di cui questo Ministero si fa costante sceneggiatore, regista e attore protagonista (non l’ultima né unica, ahimè).
Ci voleva l’Istruzione per accendere i riflettori su un organo, come il CUN, che i Ministri vogliono dimenticare nella loro azione, forse perché è un organo rappresentativo-elettivo. Un organo che non ha vita facile in questa epoca di “unti dal Signore”, ovvero di nominati della politica, adusi a “obbedir tacendo”, siano essi costituti in forma di organo/Agenzia, siano essi operanti nell’esercito di consulenti esterni cui tutti i Ministeri, e il Miur, si aggrappano, in barba a ogni spending review.
Ci voleva l’Istruzione per rendere evidente il grumo di incompetenze che occupa viale Trastevere, ministero allo sfinimento, che non ha neppure la forza, o forse la capacità, di leggere quanto il CUN aveva preparato di sua iniziativa [Documento “Analisi e proposte” dell’8/10/2015], proprio per evitare quel “disastro” irrazionale e insipiente che l’articolo racconta.
Ci voleva l’Istruzione per dimostrare che, se il vertice politico del ministero rappresenta senza dubbio un problema, non meno grave è il problema rappresentato dagli uffici di diretta collaborazione del Ministro e dell’apparato amministrativo. Investire sull’Istruzione, sull’Università e sulla Ricerca, credere nel loro valore e nella loro centralità per lo sviluppo del Paese significa anche investire sulle competenze e sulle attitudini a governare e ad amministrare degli uomini e delle donne di viale Trastevere.
Ci voleva l’Istruzione.
Quer pasticciaccio brutto de Viale Trastevere, ovvero le classi di concorso per l’insegnamento ultima modifica: 2016-03-25T04:46:34+01:00 da