La Tecnica della scuola, 6.10.2025.
Recalcati: “Dopo trent’anni anche i migliori docenti sono consumati dal lavoro. Senza gioia una lezione non vale niente”
Durante la Giornata Mondiale degli Insegnanti che si è celebrata ieri, 5 ottobre, è arrivata anche l’opinione dello psicoanalista e scrittore Massimo Recalcati, ai microfoni de La Repubblica. Ecco le sue parole.
“Un bravo insegnante deve essere anche difficile, diceva Pasolini. Oggi abbiamo Polo Nord e polo Sud nella scuola. Da un lato la scuola del merito, che seleziona, che assomiglia all’impresa, dall’altro la scuola come parco giochi o asilo sociale”, ha esordito.
“Ma la scuola è un’altra cosa, è una comunità, che non punisce, non distribuisce nozioni, ma ha il compito di formare. Ci sono alcuni personaggi che rimpiangono la ‘sberla’ e invitano gli educatori a riprendere in mano il bastone per raddrizzare i figli. Ma non bisogna rimpiangere questo passato”, ha aggiunto.
Valditara e l’umiliazione: “Rigurgito medievale”
Poi Recalcati ha parlato dell’operato del ministro Valditara: “Umiliazione a scuola come disse Valditara? Rigurgito medievale. Apprezzo il ritorno alla valorizzazione del voto di condotta, il divieto di smartphone in aula, l’imparare le poesie a memoria”.
Ecco poi un aneddoto: “Alla maturità la prof d’italiano mi disse ‘resta lucido’. Per me nei momenti bui quella frase è un talismano, significa ‘conta su quello che sai, non strafare, non fare giochi di prestigio, resta quello che sei perché è sufficiente’. Questo è un dono che un docente o un genitore dovrebbe fare, aver fede, fiducia nell’allievo”.
L’esperto ha discusso anche in merito alla crisi della carta stampata: “Siamo nel tempo della morte clinica del libro, della lettura su carta. Il problema è come fare vedere ai giovani che il libro è un corpo. Gli studenti dovrebbero essere amanti, che vogliono sapere, non teste da riempire”.
I consigli di Recalcati
Ecco infine prima un consiglio ai docenti: “Ritrovare ogni volta l’amore per ciò che fanno. Non è facile, dopo trent’anni anche i migliori insegnanti sono tritati, consumati dal loro lavoro. Come non consumarsi e preservare il desiderio di insegnare? Perché senza desiderio di insegnare non c’è insegnamento. Senza gioia di essere lì in aula con i propri allievi, se non c’è mentre parli almeno un momento in ogni lezione di ispirazione in cui lo stesso docente impara, in cui il nuovo emerge nello stesso, una lezione non vale niente”.
E, successivamente, agli studenti: “Coltivare le cose che interessano, non sprecare troppe energie verso materie che non li toccano e concentrarsi su ciò che amano”.
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Recalcati: dopo trent’anni docenti consumati dal lavoro ultima modifica: 2025-10-07T03:18:30+02:00 da
