dal blog di Gianfranco Scialpi, 15.4.2020
– Riapertura delle scuole a settembre. Difficile ipotizzarlo. Fortemente sconsigliato. Comunque si può prevedere una soluzione minima.
Riapertura delle scuole a maggio. Un azzardo!
Riapertura delle scuole. Personalmente sono contrario alla soluzione di riaprire per poche settimane a maggio. Ci sono troppi rischi! Aumento dei viaggiatori in autobus, in treno… Assembramenti in entrata e in uscita. Scarsa efficacia didattica delle classi organizzate per sottogruppi. In altri termini, vale la pena rientrare per pochi giorni effettivi di presenza degli alunni?
Riapertura a settembre? Alto il rischio!
Quindi resta l’ipotesi di settembre. Necessaria? Non direi! Il virus continuerà ad essere pericolosamente presente tra di noi, finché non verrà trovato e somministrato il vaccino. Utile? Sicuramente! Se pensiamo alla funzione sociale che la scuola riveste (ahime!) di custodia e affidamento dei minori, soprattutto quelli frequentanti la scuola dell’infanzia e primaria, allora si comprende il motivo per cui occorre riaprirle.
Allora qual è la possibile soluzione, che riduca al minimo i rischi?
Sicuramente e l’ho anche scritto , proseguire per l’intero anno scolastico con la Dad. Ai vantaggi legati alla sicurezza, si associano anche quelli economici. La necessaria turnazione, soprattutto per le scuole secondarie di primo e secondo grado obbligherebbe l’Amministrazione ad assumere molti docenti.
Una proposta ibrida, ma non troppo!
E allora? Non resta che proseguire, attivando eventualmente una soluzione di presenza fisica, limitata alla prima classe della scuola primaria o alla sezione in entrata della scuola dell’infanzia.
Prima una premessa. Gli alunni che per la prima volta frequenteranno il primo anno di scuola dell’infanzia e primaria (a.s.2020/21) necessiteranno di un maggior contatto visivo e relazionale. La conoscenza, il feeling si crea solo attraverso lo sguardo, la voce, la mimica del volto… In sintesi è necessaria un’adeguata presenza fisica.
Confermando, quindi la Dad per tutte le classi e sezioni (in quest’ultimo caso occorre individuare soluzioni efficaci ed efficienti) degli alunni frequentanti da almeno un anno, si può prevedere per i piccolissimi una suddivisione in sottogruppi non rigidi, ma riconfigurabili ogni quindici giorni. Essi potrebbero occupare le tante aule vuote della scuola primaria e dell’infanzia. Ovviamente questo costringerà i bambini ad indossare mascherine e guanti…. ma permetterà loro di conoscere e avviare quella relazione tra di loro e le insegnanti, necessaria per la socializzazione e l’apprendimento. Non è la soluzione ideale, ma solo questo consente, a mio parere, l’emergenza sanitaria.
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