– Dal 4 maggio inizierà la fase 2 destinata ad affrontare al meglio l’epidemia di coronavirus. E si riapre il nodo sulla riapertura delle scuole materne. Con la fase 2 infatti molti genitori torneranno a lavorare e dovranno organizzarsi al meglio per tenere i figli a casa, considerando la sospensione delle attività didattiche in tutta Italia. Da parte del Governo arriva un duro no nei confronti della riapertura delle scuole, ma in Veneto si comincia a pensare a delle idee che potrebbero cercare di risolvere la questione.
L’azione del Veneto per la riapertura delle scuole materne
Già il governatore del Veneto Luca Zaia ha recapitato al premier Conte una lettera specifica in cui si affronta il problema della riapertura delle scuole materne. La Regione ha indetto una riunione, che ha voluto coinvolgere anche gli operatori degli asili e gli esperti in campo sanitario.
L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di riaprire i servizi dedicati ai bambini da 0 a 6 anni entro la terza o quarta settimana di maggio. Poi d’estate si deciderà se sarà possibile organizzare dei centri estivi nelle scuole oppure negli spazi pubblici all’aperto.
Per quanto riguarda i centri estivi, anche in altre parti d’Italia si cerca di varare delle misure apposite. Anche i sindaci di Roma e di Milano stanno cercando di definire dei protocolli in tal senso.
In che cosa consiste la proposta del Veneto per la riapertura delle scuole materne
In Veneto ci sarebbe l’idea di creare delle scuole materne e dei nidi in degli spazi che potremmo definire protetti. Il principio è di far entrare soltanto i bambini dopo aver misurato la febbre a turni distanziati, per gruppi non superiori a 15 bambini.
Tutti indosserebbero dei vestiti che verrebbero usati soltanto all’interno di questi spazi. Il personale avrà a disposizione mascherine e guanti e ci sarà larga disponibilità di acqua e disinfettanti. La pulizia degli ambienti dovrebbe essere effettuata due volte al giorno.
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