Riapertura scuole superiori, lo stato d’animo dei ragazzi e lo scenario

dal blog di Gianfranco Scialpi, 12.1.202.

Riapertura scuole superiori, i ragazzi finalmente “parlano”. Il problema dei trasporti.

Gilda Venezia

Riapertura delle scuole superiori, gli studenti iniziano a farsi sentire, parlando del loro mondo e chiedendo di tornare in sicurezza. Servono decisioni certe e durature.

Riapertura delle scuole superiori, sono tornati i ragazzi!

Riapertura delle scuole superiori. Fino a qualche giorno fa il problema era oggetto di discussione tra gli adulti (politici, epidemiologi, giornalisti). I protagonisti (gli studenti) tacevano o comunque non riuscivano a suscitare l’attenzione dei mass media. Come spesso avviene, i ragazzi erano messi da parte. Quasi considerati  incapaci di esprimere il loro mondo, che invece gli adulti erano in grado di rappresentare.
Da qualche giorno gli studenti raccontano il loro disagio di fronte alla chiusura delle scuole superiori. In alcuni casi il palcoscenico a loro concesso è strumentale, finalizzato a screditare il piano scuola del governo che, secondo alcuni commentatori ha fallito l’obiettivo: rientro in sicurezza.
Ovviamente ieri ha rappresentato il massimo della loro visibilità, coincidente con il giorno nel quale dovevano rientrare a scuola 3,6 milioni di studenti (intesa Governo/Regioni del 23.12.20). Ne sono rientrati invece solo 326 mila, quindi neanche il 10%.

Un frammento del loro mondo interiore

Riporto una testimonianza di Alice F. pubblicata su Monzatoday.it   che ben rappresenta in questo momento il mondo interiore dei ragazzi.
Voglio avere un compagno di banco! Voglio tornare a studiare e trovarmi con i miei compagni. In questo modo io non riesco a costruire il mio futuro, mi state chiudendo in casa e mi state obbligando a stare dentro a un video. Non lo faccio più! Voglio tornare alla normalità!. Voglio fare a gara per prendere il posto all’ultimo banco, voglio avere freddo in classe, voglio elemosinare la merenda perchè l’ho dimenticata come sempre, voglio non andare in bagno perché la prof non mi fa andare perché deve finire di spiegare! Voglio sentire il professore che mi guarda in faccia e mi spiega e mi rispiega la lezione! Voglio avere l’ansia della verifica perché so che non riuscirò a copiare e si baserà tutto sulle mie capacità!
Ieri la sintesi di molte dichiarazioni dei ragazzi esprimevano il disagio di un abbandono da parte degli adulti, la consapevolezza che la formazione non può essere gestita dalla Dad. Da qui la richiesta di un ritorno a scuola in sicurezza.

Occorre una decisione certa e duratura

Alcune riflessioni. La decisione di mantenere le scuole superiori chiuse è dipeso dalla criticità dei trasporti. A differenza degli allievi e degli studenti della scuola di primo grado, i ragazzi più grandi utilizzano i trasporti per raggiungere il loro istituto. Secondo un’indagine pubblicata dal quotidiano Domani, però l’uso dei mezzi pubblici si riduce significativamente nei piccoli centri (v. mio articolo).
Comunque la responsabilità dei mezzi pubblici spetta alle Regioni e non alla Ministra Azzolina. Il Governo ha stanziato 350 milioni per il potenziamento dei trasporti da parte dei Comuni e delle Regioni.
Lo strumento Dad è neutro. La sua efficacia dipende molto dalle decisioni organizzative e didattiche del docente. Anche la qualità della didattica in presenza è una variabile che dipende dagli insegnanti. Ovviamente essi sono inseriti in una relazione dove il secondo soggetto è rappresentato dagli studenti.
Detto questo il rinvio al 18,  al 25 gennaio o al 1 febbraio ha senso se serve per organizzare efficacemente i trasporti, rendendoli sicuri. Diversamente se la decisione di rinviare serve solo a spostare in là il problema non ha senso. In questo caso è più razionale continuare con la Didattica a distanza, piuttosto che aprire le scuole per qualche giorno e poi richiudere.

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Riapertura scuole superiori, lo stato d’animo dei ragazzi e lo scenario ultima modifica: 2021-01-12T21:00:51+01:00 da
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