In sostanza il governo lascia ai presidenti di Regione, insieme ai prefetti, ai rappresentanti locali e ai singoli dirigenti scolastici la possibilità di decidere e quantificare quanti studenti possono tornare a scuola. Fissando una soglia minima del 60% per le zone arancioni e gialle ma dando la possibilità di arrivare fino al 100%. Un escamotage per non smentire del tutto l’annuncio di un ritorno alla normalità. Il compromesso è il frutto della riunione tra il governo e i presidenti di Regione, ma questi ultimi ribadiscono che è impossibile che gli studenti tornino tutti nelle aule scolastiche.
Il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga alla fine ha avuto la meglio: “L’interlocuzione con il governo è stata positiva perché ha preso atto che ci sono limiti strutturali invalicabili che fanno venire meno le condizioni sicurezza”. Il governatore leghista si è detto a favore della didattica in presenza al 100%, “obiettivo che sta a cuore a tutti e le Regioni sono favorevoli ma ora serve un approccio graduale”, avrebbe ribadito precisando che le perplessità espresse dalle Regioni sono state comprese. Plaudono anche i presidi: “Ritengo sia una scelta di buonsenso e ragionevolezza che vien incontro alle nostre richieste di questi giorni e che tiene conto delle criticità non risolte”, dice il presidente nazionale dell’Anp, Antonello Giannelli.
Durante l’incontro anche il numero uno dei sindaci è apparso molto preoccupato. “Vogliamo tutti le scuole aperte, ma il tema di garantire un trasporto pubblico sicuro, resta. Lo dico da tempo: non potendo incrementare i mezzi all’infinito, l’unica soluzione è scaglionare entrate e uscite da scuola”, dice il Presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Ma scaglionare gli ingressi non sarebbe bastato. Così come l’ipotesi di utilizzare i test salivari per rivelare o meno la presenza del Covid non è apparsa efficace. In questi mesi il trasporto pubblico locale non è stato incrementato abbastanza e il parco mezzi, nelle grandi città ma non solo, non permette di mantenere a bordo le necessarie misure di sicurezza. Il governo deve capitolare.
I ministri hanno l’arduo compito di dover dire qualcosa. “L’obiettivo del governo – afferma il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini – è quello di favorire il ritorno a scuola dei ragazzi e lo faremo gradualmente, in modo progressivo e sicuro”. “Conosciamo le difficoltà – aggiunge il titolare dell’Istruzione Patrizio Bianchi – ma il nostro obiettivo da realizzare quanto prima è quello di riportare tutti in presenza al 100%”. A settembre? Forse, certamente non prima.
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