Ricavare le formule è una delle competenze matematiche più importanti

Lucio Ficara,  La Tecnica della scuola, 30.4.2017

– Il termine matematica deriva da un verbo greco che significa “apprendere” ovvero l’atto sublime di utilizzare la logica per formulare un concetto.

Mi piace citare Paul Lockhart che definisce sconfortante vedere ciò che si sta facendo della matematica a scuola. Questa ricca e affascinante avventura dell’immaginazione, dice Lockhart, è stata ridotta a una sterile sequela di dati da memorizzare e di procedure da seguire. Invece di una domanda semplice e naturale su alcune figure, invece di un processo creativo e gratificante di invenzione e di scoperta, agli studenti viene offerto questo: Formula dell’area di un triangolo A = 1/2 b h «L’area di un triangolo è uguale alla base per l’altezza diviso due.» Agli studenti è richiesto di imparare a memoria questa formula per poi «applicarla» di continuo negli «esercizi». Addio all’eccitazione, alla gioia, persino al dolore e alla frustrazione dell’atto creativo! Non rimane nemmeno più un problema da risolvere. La domanda è stata formulata, conclude l’americano Paul Lockhart, e nello stesso tempo è stata fornita la risposta: allo studente non rimane niente da fare.

Utilizzando formule prestabilite e preconfezionate, formulari legittimati e applicazioni standard, si rischia di rendere banale una disciplina importantissima per la formazione della persona, come lo è la matematica.

Ricavare le formule è una delle competenze matematiche più importanti, per cui abituare gli alunni ad utilizzare i formulari compromettendo la loro creatività risolutiva, oppure abituare gli alunni ad utilizzare i risultati delle risposte multiple per capire qual è la soluzione giusta di un test a crocette, significa diseducare al senso matematico della risoluzione di un problema.

Qualche collega di matematica grida allo scandalo perché il Governo avrebbe respinto la proposta del M5S sull’utilizzo del formulario, in particolare puntano l’indice contro un articolo di Massimo Gramellini pubblicato sul Corriere della Sera del 26 aprile 2017. Vorrei sommessamente fare notare che le formule matematiche non si imparano a memoria e non si dovrebbero ricercare sul formulario, ma si costruiscono con percorsi logici della durata di pochi secondi o minuti. Dimostrare una formula è una delle competenze tipiche dell’insegnamento della matematica, per cui ritengo del tutto inutile il formulario o la tabella delle derivate fondamentali o degli integrali fondamentali.

La matematica è la materia che crea le formule e poi le utilizza, che senso avrebbe utilizzare un formulario? Gli studenti devono avere il tempo di “apprendere” i metodi veloci per ricavarsi una formula, non hanno bisogno dei formulari. Invece avrebbero bisogno di sviluppare delle specifiche competenze che hanno bisogno di tutto il monte ore orario dell’anno scolastico. È molto strano che chi protesta contro il punto di vista di Gramellini, poi accetta silenziosamente, la sottrazione di tante ore di lezione per dare spazio all’Alternanza scuola lavoro programmata dal proprio DS. Per tali colleghi è facile rispondere con forza e veemenza al giornalista o al Governo, piuttosto che pretendere dal proprio Dirigente Scolastico di non toccare le ore di indirizzo per dare spazio alle 200 ore di Alternanza Scuola Lavoro.

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