di Valentina Santarpia, Il Corriere della sera, 8.9.2017
– La questione del pasto da casa resta non definita. Il Miur è in attesa della sentenza della Cassazione. Intanto però si aprono nuovi fronti di battaglia. Arriva in terza media il test d’inglese all’interno dell’Invalsi. E resta il nodo delle reggenze dei dirigenti scolastici
Torino ha fatto da capofila, Firenze l’ha seguita, Genova si sta accodando e un nuovo fronte si sta aprendo nel Lazio e in Puglia. La battaglia della «schiscetta» a scuola, ovvero del pasto domestico al posto della mensa, sta avanzando in tutta Italia a suon di sentenze di tribunale. Il ministero dell’Istruzione finora ha solo emesso una circolare per equipararlo a un pasto speciale, ma attende una sentenza definitiva della Corte di cassazione per pronunciarsi. In Senato c’è un disegno di legge che vorrebbe bloccarlo: «È stato scritto dalle ditte di ristorazione», protesta l’avvocato Guido Vecchione, che difende migliaia di famiglie. Che dovranno barcamenarsi tra presidi, tribunali e uffici scolastici per difendere il panino da casa.
Un test di lingua straniera alla fine delle medie che entra nel curriculum
Alla fine della scuola media i ragazzi dovranno dimostrare di avere almeno un livello di conoscenza A2 dell’inglese: e lo faranno con i nuovi test Invalsi, che saranno somministrati in aprile, in date diverse nelle varie scuola. I risultati non saranno parte dell’esame di terza media, ma segnati nel curriculum. «Chiederemo un posizionamento sul reading e sul listening e valuteremo l’use of English incrociando i risultati», anticipa la presidente dell’Istituto di valutazione, Annamaria Ajello. «I test saranno realizzati con i computer e corretti automaticamente». La novità entrerà in vigore dalla primavera alle scuole medie. E l’anno prossimo (2018-2019) per i maturandi. Gli alunni della primaria effettueranno ancora i test cartacei.
La babele delle reggenze. Il concorso per i presidi è stato ancora rinviato
Mancano 799 presidi all’appello per completare la pianta organica, ci sono attualmente 1.133 reggenze, ovvero un preside che gestisce più scuole, e a settembre 450 posti si libereranno per i pensionamenti, ma ci saranno solo 259 assunzioni. E il bando per il nuovo concorso per presidi, annunciato mesi fa, è stato rinviato ancora una volta. Ora manca la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del regolamento. «In totale stimo in 3.000 le presidenze che andranno a reggenza l’anno prossimo», dice Giorgio Rembado, presi-dente dell’associazione nazionale presidi, che da maggio si batte per un riconoscimen-to, anche economico, dei 7.273 dirigenti scolastici italiani. Le situazioni più critiche? In Lombardia e Veneto.
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Rientro in classe, i nodi e le novità: dal panino a scuola al test di inglese in terza media
ultima modifica:
2017-09-08T15:08:43+02:00
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