Riforma della scuola, il ministro Valditara cambia le regole su voti, bocciatura e provvedimenti disciplinari. Cosa cambia dal prossimo anno scolastico?
Sono appena terminate le lezioni che è già il momento di guardare al prossimo anno scolastico (2023-2024) quando entrerà in vigore la riforma voluta dal ministro Valditara.
Va detto che per il prossimo anno scolastico non sono attese chissà che novità: probabile che – alla luce dell’ultima sentenza della Corte di Giustizia Ue – possa esserci l’estensione anche ai supplenti (con contratto annuale) del bonus 500 euro, mentre grazie alle novità in merito di reclutamento sono in programma diversi concorsi scuola finalizzati a stabilizzare un gran numero di precari.
Per quanto riguarda la scuola in sé, il 2023-2024 sarà l’anno in cui entreranno in vigore le novità in materia di lotta al bullismo volute dal ministro Valditara che proprio in questi giorni ha varato una riforma che si muove su tre diverse direzioni andando a incidere anche su voti e provvedimenti disciplinari.
Una riforma – che terrà comunque conto dell’autonomia scolastica visto che sarà compito dei consigli di classe applicare le direttrici ministeriali adattandole alle singole situazioni – necessaria secondo Valditara al fine di “ripristinare la cultura del rispetto, di contribuire ad affermare l’autorevolezza dei docenti e di riportare serenità nelle nostre scuole”.
Il ministero dell’Istruzione e merito (Mim) indica la strada da seguire per quanto riguarda il voto in condotta, il quale dovrà essere assegnato dal consiglio di classe tenendo conto dell’andamento dello studente in tutto l’anno scolastico e dando rilievo a eventuali comportamenti violenti o aggressione, sia nei confronti di altri studenti che di insegnanti o personale Ata. La valutazione della condotta farà media e inciderà anche sul numero di crediti da assegnare ai fini dell’esame di Maturità.
Novità anche in materia di bocciatura per gli studenti che non raggiungono la sufficienza nella condotta. A oggi, infatti, il 5 in condotta non giustifica la mancata ammissione all’anno successivo visto che nel frattempo è richiesta un’altra condizione, ossia che lo studente sia stato protagonista di gravi atti di violenza oppure abbia commesso un vero e proprio reato.
Dal prossimo anno non sarà più così, visto che si potrà bocciare lo studente con 5 in condotta colpevole di gravi e reiterate violazioni del Regolamento di Istituto.
Se con il 5 in condotta si rischia la bocciatura, il 6 costituirà comunque un’insufficienza e come tale dovrà essere recuperata. Nel dettaglio, il 6 in condotta genererà un debito scolastico, eccezionalmente alle scuole superiori ovviamente, in Educazione civica: lo studente dovrà quindi dar prova della sua conoscenza dei valori costituzionali e di cittadinanza nell’esame riparatore che si terrà a settembre se non vuole rischiare di ripetere l’anno.
Voto in condotta che, dopo la cancellazione nel 2017, ritorna nelle scuole mediedove farà anche media. Non ci sarà però il rischio del debito in caso di 6 in condotta.
Nonostante il pugno duro nei confronti dei bulli il ministero dell’Istruzione ha scelto di dire basta alle sospensioni come intese fino a oggi (che comportano quindi l’allontanamento dalla scuola), in quanto ritengono si tratti di uno strumento inadeguato che spesso rischia di avere persino conseguenze negative.
Dopo la riforma la sanzione della sospensione sarà così strutturata:
Durata massima di 2 giorni
Durata superiore a 2 giorni
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Riforma della scuola, tutte le novità per il prossimo anno scolastico (2023-2024) ultima modifica: 2023-07-04T07:42:29+02:00 da
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