di Carla Virzì, La Tecnica della scuola, 30.8.2020.
Bisogna distinguere: fragilità fisica, psicologica o socio culturale? Di questo si parla quando ci si pone il problema di adeguare la Didattica Integrata Digitale agli alunni fragili. Quindi quali oneri per i docenti? Che tipo di programmazione didattico-pedagogica per il ritorno in classe?
Il punto è: un alunno fisicamente fragile deve potere usufruire di percorsi formativi domiciliari eventualmente predisposti in accordo con le famiglie e con le strutture locali e sanitarie che hanno attestato e riconosciuto la fragilità. In altre parole, per loro la didattica a distanza, anche quando i compagni facessero didattica integrata digitale ovvero alternassero studio in presenza e studio a distanza.
Caso opposto quello di un alunno la cui fragilità investisse la sfera emotiva e psicologica. Per lui o lei, al contrario, bisognerebbe probabilmente privilegiare la frequenza scolastica in presenza e ricorrere alla didattica a distanza solo se estremamente necessario.
E non si dimentichi il terzo caso: la fragilità socio-culturale cui si somma spesso quella economica. Le linee guida ministeriali raccomandano una particolare attenzione agli studenti con cittadinanza non italiana appena arrivati in Italia, per i quali si richiede l’intervento e il coinvolgimento di tutte le agenzie territoriali necessarie, al fine di mettere a disposizione degli alunni le giuste figure professionali (il mediatore interculturale, ad esempio) e permettere loro di non aggravare il divario socioculturale ed economico di partenza accentuando la loro condizione di fragilità.
Per andare al sodo, quale oneri per i docenti rispetto alla presenza di alunni fragili? Prima di tutto l’onere di una programmazione inclusiva. L’inclusività davanti agli alunni fragili deve essere il primo obiettivo pedagogico-didattico. A loro va garantito lo stesso diritto allo studio di qualunque altro studente.
Che significa in termini operativi?
In sede di Collegio docenti si fisseranno obiettivi e criteri generali d’istituto per dire DID o DaD o didattica in presenza, in ragione di un tipo di fragilità; in sede di Consiglio di classe il docente dovrà specificare perché su un determinato tipo di fragilità di un determinato alunno si sia programmato di lavorare con un certo metodo o approccio. Si dovrà dunque scegliere (e motivare la scelta): didattica integrata, didattica in presenza esclusiva o didattica a distanza esclusiva?
In breve: i criteri di una scelta lasciamoli al Collegio docenti, che predisporrà il Piano scolastico per la didattica integrata digitale e lo comunicherà alle famiglie; la scelta precisa al Consiglio di classe, che si occuperà di implementare e di monitorare i progetti e i percorsi educativi individuali e di gruppo, mettendoli in relazione agli esiti ed eventualmente modificandone in itinere alcuni tratti.
Nei confronti delle famiglie, dunque, piena trasparenza circa le scelte didattico-pedagogiche destinate ai propri figli, nel rispetto della privacy degli alunni.
Il pdf ministeriale delle linee guida per la DDI:
https://www.tecnicadellascuola.it/wp-content/uploads/2020/08/ALL.-A-_-Linee_Guida_DDI_.pdf
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Ritorno in classe. Didattica Integrata Digitale e alunni fragili: quali oneri per i docenti? ultima modifica: 2020-08-31T04:27:56+02:00 da
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