La Tecnica della scuola, 13.1.2021.
Riceviamo e pubblichiamo il testo prodotto da un gruppo di docenti di un istituto superiore romano, a proposito delle modalità di ritorno in classe degli studenti.
I docenti dell’istituto Istituto Superiore Confalonieri De Chirico di Roma – Liceo Artistico Istituto Professionale ed Istituto Tecnico – si dicono contrari al piano di rientro in presenza e con percentuali di studenti che gli vengono imposte e variate di settimana in settimana.
A margine dell’ultimo Collegio Docenti, il personale insegnante dell’Istituto Superiore Confalonieri De Chirico di Roma, convocato dalla Dirigente Scolastica, sente la necessità di porre all’attenzione di tutte le componenti della Comunità Scolastica la constatazione realizzata di come in questo momento non venga richiesta al Collegio Docenti una pianificazione didattica coerente ed organica al processo di apprendimento degli studenti, bensì il mero adattamento alla situazione di fatto e alle decisioni politiche ed organizzative già prese in altre sedi, trasmesse attraverso normative cogenti e vincolanti quali Decreti e disposizioni prefettizie.
Tali normative, partendo dal dato di una emergenza epidemiologica che il sistema sanitario stenta a controllare e monitorare in modo efficiente e recependo in maniera significativa soprattutto la criticità relativa al trasporto urbano, scarica sulla scuola secondaria superiore il compito di riorganizzarsi in maniera pressoché completa, inventando schemi orari, turnazioni ed alternanze di didattica in presenza e a distanza come se il modo in cui si sta a scuola non rappresentasse una componente cruciale del processo di apprendimento.
Docenti, personale ATA, studenti e famiglie sono disorientati in primo luogo di fronte al continuo cambiamento dei parametri richiesti in tale riorganizzazione (75% della popolazione studenti, poi 50%; ulteriore divisione in due turni di entrata/uscita 40% alle 8, 60% alle 10, salvo dopo pochi giorni decretare l’inverso) e allo slittamento altrettanto imprevedibile della data del rientro effettivo in presenza per gli studenti.
Ma ancor più disorientante per i docenti di questa scuola è la constatazione che vengono loro richieste lezioni e attività didattiche fruibili indifferentemente in presenza e da remoto quasi si trattasse di spettacoli a cui assistere, anziché di esperienze di condivisione del sapere, relazione educativa e perciò apprendimento.
Vale poi la pena inoltre sottolineare che la permanenza a scuola, per il mero svolgimento dell’orario curricolare, ben oltre l’orario in cui si può ritenere finita la mattinata comporta pesanti ricadute sulla vita pratica, relazionale e potenzialmente sulla salute di adolescenti a cui si chiede senza timori di saltare il pranzo, sia pure il 50% delle volte, per poi rientrare a casa nel tardo pomeriggio senza avere il tempo necessario per consolidare gli apprendimenti attraverso lo studio personale.
Lasciamo per ultimi i sacrifici che si richiedono ai docenti, spesso impegnati su più scuole per completare il proprio orario di servizio, i quali vedranno il proprio orario di lavoro stravolto e prolungato senza avere la possibilità di permanere nell’edificio scolastico per lavorare o anche semplicemente attendere il successivo impegno scolastico, data la stringente normativa Anticovid sull’utilizzo degli spazi e l’igienizzazione degli stessi.
Parliamo infine di questo argomento perché vogliamo porre in risalto prioritariamente i motivi didattici ed educativi della nostra contrarietà al piano di rientro che ci viene imposto e perché sappiamo bene che questa categoria con la dedizione al proprio lavoro e la capacità di abnegazione che la caratterizzano si farà carico in ogni caso di cercare giorno per giorno le soluzioni più adatte per continuare a formare gli studenti ad essa affidati.
Roma 10 gennaio 2021
I docenti firmatari:
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Ritorno in classe, no a queste condizioni ultima modifica: 2021-01-14T05:22:50+01:00 da
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