Sandra Zingaretti: “Imposimato è l’esempio civico per salvare la scuola pubblica”

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Lucio Ficara,  La Tecnica della scuola  23.12.2015.  

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Chi è la prof.ssa Sandra Zingaretti? Qualcuno, come riportato da un documento ANP dell’Emilia Romagna, la vorrebbe etichettare come una docente contrastiva, invece è una docente che ama la scuola pubblica e la Costituzione della Repubblica italiana.

Sandra è quella professoressa che davanti alla minaccia del genocidio culturale  della scuola, alla riduzione dei diritti acquisiti degli insegnanti, alla mortificazione professionale dei docenti e all’aziendalizzazione della scuola pubblica, non si gira dall’altra parte, ma si espone e ci mette la faccia.
Infatti la prof.ssa Sandra Zingaretti in occasione della puntata di Porta a Porta dell’11 novembre 2014 sulla “riforma” della Scuola è riuscita a zittire il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il suo intervento televisivo, contro l’idea di Buona Scuola e contro Renzi, è stato di circa un quarto d’ora. In quel confronto è venuta fuori tutta l’approssimazione e l’improbabilità di un Presidente del Consiglio che si improvvisava con arroganza e supponenza, esperto di scuola, ma in realtà era talmente a disagio da dover ricorrere alla storiella patetica del nonno o della nonna e dei nipotini a scuola.
In quella occasione tutt’Italia ha potuto vedere un Renzi in netta difficoltà di fronte ad una docente di scuola che lo incalzava con convinzione e piena sicurezza: “Mi faccia parlare, io posso sparare le cartucce solo stasera, lei le spara sempre e anche grosse, qui lei parla sempre, sta sempre al telegiornale, sta sempre ovunque… Questa è la mia unica occasione di farmi sentire, perciò se permette parlo“.
Furono parole forti quelle della prof.ssa Zingaretti che fecero capire all’Italia intera il grande bluff di Renzi sulla scuola. Qualche giorno fa la prof.ssa Sandra Zingaretti, che continua la sua battaglia civica contro la riforma scolastica, ha partecipato ad un incontro organizzato dal M5S dal titolo ”Scuola, quale futuro?”, sui temi della Legge 107/2015 varata dal governo Renzi.
In tale incontro c’era anche il Ferdinando Imposimato, anche lui impegnato sul fronte anti legge della Buona Scuola. Abbiamo chiesto alla prof.ssa Zingaretti come giudicasse l’impegno di Imposimato nell’azione di contrasto della legge 107/2015. Così ci ha risposto: “ Incontrare Ferdinando Imposimato Presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, giudice istruttore dei processi per mafia e camorra, è stato un onore. Ho potuto constatare di persona quanto sia accorato e profondo il suo appello in difesa della scuola pubblica statale. Ho ammirato il suo sostegno sincero al valore istituzionale e alla funzione sociale e culturale della scuola statale, sia come simbolo della Costituzione, sia come unica possibilità per il Paese, di giustizia, legalità e integrazione.
Per non parlare della lotta che il Presidente Imposimato ha combattuto e sta combattendo a fianco dei docenti precari e di tutte le istanze che provengono dal mondo della scuola: “Non possiamo assistere indifferenti allo scempio della scuola pubblica, speranza di riscatto per tutti gli italiani. Noi dobbiamo amare gli insegnanti e gli studenti che sono la nostra speranza di un mondo migliore” . Imposimato ha accusato la riforma della scuola di Renzi di incostituzionalità, poiché viola, tra gli altri, l’art. 33 sulla libertà di insegnamento: una scuola libera vuol libertà dell’insegnante e libertà dell’allievo, che non deve essere un ricettacolo passivo di tutto quello che legge o ascolta.
Le sue accuse si sono trasformate subito in azioni concrete, non solo attraverso il “tour” che il Presidente sta affrontando nelle varie città e nelle scuole d’Italia per sensibilizzare le coscienze, ma anche attraverso una petizione all’onorevole Laura Boldrini in cui si chiede l’immediata attuazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014. Senza dimenticare l’inascoltata lettera inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio pochi istanti dopo l’approvazione della riforma affinché non firmasse.

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