Sciopero per Gaza: a scuola adesioni all’11,3%

di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 29.9.2025.

I dati  della rilevazione ufficiale della Funzione Pubblica:
un risultato straordinario sul quale sarà bene riflettere.

Gilda Venezia

Ormai è ufficiale perché la rilevazione è terminata: nella scuola lo sciopero per Gaza ha ampiamente superato l’11 per cento di partecipazione.

Il dato arriva dal Dipartimento della Funzione Pubblica e, tenuto conto che lo sciopero è stato proclamato dall’USB e dalla CUB con l’adesione di qualche altro piccolo sindacato di base, si tratta certamente di un risultato straordinario sul quale sarà bene riflettere.

Soprattutto bisognerà cercare di capire perché, almeno negli ultimi anni, gli scioperi per il rinnovo contrattuale o con motivazioni tutte “interne” alla scuola (precariato, per esempio) non siamo mai andati molto al di là dei pochi percentuali, anche se a proclamarli era sindacati che nel comparto hanno un peso certamente ben più significativo di Usb e Cub.

Difficile trovare spiegazioni convincenti, ma si possono fare alcune ipotesi.

Intanto c’è il fatto che le immagini e le notizie che arrivano da Gaza sono veramente drammatiche e sconvolgenti e questo ha un impatto emotivo altissimo. E in tanti hanno sentito l’urgente necessità di dimostrare la propria vicinanza al popolo palestinese.
Come si può rimanere inerti quando si sente raccontare che a Gaza i bambini vogliono morire perché sperano che nell’aldilà ci siano cibo e acqua?

Ma forse c’è anche una sorta di disaffezione nei confronti delle organizzazioni sindacali tradizionali considerate non più capaci di rappresentare bisogni e aspirazioni dei lavoratori della scuola.
D’altronde più di una volta è accaduto che dopo mesi (o addirittura anni) di proteste, scioperi e manifestazioni i sindacati siano riusciti a spuntare pochi soldi in più rispetto a quelli inizialmente “offerti” dal Governo.

Per qualche insegnante potrebbe essere persino accaduto che, alla fine, il vantaggio economico sia stato inferiore alla perdita di stipendio causata dalla adesione agli scioperi.
Tutto questo anche perché è ormai dalla metà degli anni ’90 che – per legge – gli aumenti contrattuali non devono superare il tasso di inflazione programmata.

Non a caso quello che ancora oggi tutti ricordano come il contratto più ricco della storia, con un aumento medio del 20-25%, venne firmato nel 1988 quando al Ministero della Funzione Pubblica sedeva il democristiano Paolo Cirino Pomicino.

Ed è così che questa volta, molti docenti si sono forse detti: “Perdo un po’ di stipendio, ma almeno lo faccio per una buona causa”.

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Sciopero per Gaza: a scuola adesioni all’11,3% ultima modifica: 2025-09-30T04:05:07+02:00 da
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