Scuola, bulli e violenze da Varese e Caserta. Valditara: è ora di dire basta, ci vogliono soluzioni più severe

di Gianna Fregonara, Il Corriere della sera, 8.11.2022.

Un lungo elenco di denunce e sospensioni di studenti. Da Gallarate a Pontedera, da Urbania a Caserta. Il ministro dell’Istruzione: punizioni severe, ma i giovani vanno recuperati con lavori di pubblica utilità.

Gilda Venezia

Diciotto ottobre, istituto tecnico di Gallarate, classe seconda, ora di italiano: lezione su rispetto e tolleranza. Un ragazzo pensa che la cosa migliore sia far arrivare sulla cattedra una svastica disegnata su un foglio. Mandato fuori, a fine lezione rientra, se la prende con i compagni che lo avrebbero indicato come responsabile. La prof, una giovane supplente, si intromette per sedare la rissa incipiente e si prende un pugno in faccia. Lo studente, peraltro già ripetente, viene sospeso fino a giugno. Per lui probabilmente la scuola è finita per sempre. I genitori, spiega il dirigente della scuola, condividono la punizione. Così come non difende a priori il figlio la mamma del ragazzo dell’istituto professionale di Pontedera (Pisa) che si è beccato un pugno nello stomaco dal professore che stava prendendo in giro. Il tutto ripreso con lo smartphone da un compagno che lo ha poi fatto circolare sui social. Il prof è sospeso in via cautelare e rischia un’indagine della procura. E poi c’è Pavia, dove uno studente, di origini marocchine, è stato pestato da quattro compagni. Loro rischiano l’espulsione ma anche i compagni che sono rimasti a guardare senza intervenire o chiamare aiuto staranno a casa sospesi per due settimane. A Parma uno studente di quattordici anni ha denunciato di essere stato vittima di episodi di bullismo perché «secchione», l’ultimo una matita piantata in testa. La famiglia ha denunciato. Per non dire dei due studenti diciassettenni dell’Istituto Omnicomprensivo Della Rovere di Urbania accusati di aver filmato un loro compagno mentre lo picchiavano e aver messo il video su Tik Tok. In questo caso però sono stati proprio i professori a convincere lo studente a raccontare i fatti e ad aiutarlo nel denunciare mettendo fine a oltre un anno di soprusi.

La prof sfregiata

L’elenco è lungo e impressionante, ma non è una novità. Gli episodi di bullismo e cyberbullismo punteggiano l’anno scolastico da sempre: famiglie in crisi, situazioni estreme che non vengono gestite, difficoltà dei professori – che lo dichiarano ad ogni rilevazione – di gestire le classi complesse, l’aumento della violenza anche degli adulti, l’arrivo degli smartphone per filmare. E così è una lunga serie di episodi: professori filmati con il cestino della carta in testa, video pirata che mostrano lezioni che sembrano battaglie, ragazzini costretti a pagare i compagni più grandi per non essere bullizzati. Nel 2018 uno studente dell’Istituto Majorana-Bachelet di Santa Maria a Vico (Caserta) sfregiò al volto la professoressa Franca Di Blasio con un coltello. Finì arrestato. Lei dal letto di ospedale dove le avevano messo 32 punti di sutura ha detto: «Con lui forse abbiamo sbagliato», e ha chiesto di non punire lo studente. Una dichiarazione di impegno e di autocritica collettiva che le è valsa anche il titolo di Cavaliere della Repubblica.

Cambiamo le sanzioni

Al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara non sfugge la gravità di questi episodi che propone di affrontare «ripensando le misure di contrasto con intelligenza e in modo moderno». «E’ ora di dire basta, la scuola deve tornare un ambiente sereno per tutti. E’ chiaro che la scuola delle bacchettate sulle dita non è più compatibile con la società dei diritti. Bisogna pensare a come reagire in modo costruttivo. Se un ragazzo è un teppista c’è un deficit educativo, che non riguarda soltanto la scuola, ma radiarlo significa spesso trasformarlo in un delinquente». Nell’idea di Valditara c’è di convocare un tavolo con psicologi, giuristi ed educatori «per trovare le modalità più efficaci per affrontare una questione sociale enorme» con modalità che potrebbero anche prevedere una nuova legge: «E’ parte del mio progetto di Alleanza per il merito: oggi la scuola non è più autoritaria ma neppure moderna e dialogante, è – purtroppo – in un limbo in cui ha perso anche l’autorevolezza, che invece va recuperata, per gli studenti per gli insegnanti e anche per le famiglie». Secondo il ministro gli atti di violenza, come quello di Garbagnate, vanno «denunciati e repressi severamente, ma non con il carcere. Piuttosto con l’obbligo di lavori di pubblica utilità che ripristino il rapporto di chi ha commesso atti vandalici o di bullismo con le regole».

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Scuola, bulli e violenze da Varese e Caserta. Valditara: è ora di dire basta, ci vogliono soluzioni più severe ultima modifica: 2022-11-09T05:31:15+01:00 da
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