L’APPELLO DI FERDINANDO IMPOSIMATO
Lo stato ha l’onere della scuola dell’infanzia https://youtu.be/UoXamr2OU9c
Avevo già scritto un post critico sul “Sistema integrato da 0 a sei anni”, argomento della giornata
Guidare la scuola dell’infanzia pubblica (statale), non era passato invano
Amavo sempre ripetere allora che tale scuola (le fondamenta del sistema scolastico) era talmente complessa per le variabili di cui doveva tener presente nell’essere organo dello Stato, non certo servizio assistenziale alle famiglie, che chi l’avesse diretta sarebbe stato in grado di coordinare, senza problemi, altri ordini di scuola portando l’esperienza acquisita.
Io l’ho verificato di persona quando sono poi mi sono trasferita ad Arzignano, dirigente di scuola media e di CTP.
“La scuola del benessere – L’esperienza di dieci anni in campo educativo”
“Un circolo non è un assemblato di plessi scolastici indipendenti e separati, non è una sommatoria di organici, attrezzature, spazi e risorse; un circolo ha la sua storia culturale sociale, il suo vissuto professionale, la sua identità precisa che è fatta di clima, di esperienze, di lavoro unitario e collegiale dei professionisti, di impegno educativo e didattico nei confronti degli alunni “
Ci tenevamo a salvaguardare la specificità della scuola dell’infanzia e a fugare ogni proponimento di genitori che intendevano questo ambito scolastico come un luogo di parcheggio dei propri figli.
Penso a come avveniva l’analisi dei risultati: per verificare la qualità scolastica si univano e intrecciavano l’autovalutazione (interna) e la valutazione (esterna)
Non si accusi la scuola pubblica di essere autoreferenziale.
Non è stato un caso se in quegli anni intrecciammo rapporti, scambi di disegni e di esperienze con scuole dell’infanzia di Passau, con la scuola speciale di Bad Reichenhall (ospitante bambini e ragazzi dai 3 ai 17 anni) per un confronto di realtà scolastiche diverse, con particolare attenzione alle modalità di intervento nelle situazioni di svantaggio e di disabilità.
Furono le prime pillole educative sulla cittadinanza attiva
Vissuti indimenticabili che mi arricchirono e che nell’ultimo decennio della mia dirigenza alla scuola media Giuriolo di Arzignano trasferii ad altri ragazzi, ad altri docenti, stimolando percorsi di cittadinanza attiva che si conclusero con la premiazione della scuola da parte del prefetto di VI e con l’attestazione dell’UNICEF di Scuola Amica dei bambini e ragazzi.
Certo, la qualità non nasce a caso.
La formazione di tutti i docenti della scuola (io inclusa con loro) era un fatto vitale e quotidiano; eravamo alla ricerca costante del sapere, saper fare, saper essere. Fu la formazione continua la base di ogni cambiamento, di ogni innovazione e della conduzione dei nostri laboratori (psicomotricità, lettura, manualità, teatro). Partivamo a scuola dagli studi teorici sulle teorie
dell’apprendimento che abbracciavano Piaget, Bruner, Gardner, per la teoria della comunicazione Rogers, per la pedagogia Frabboni; seguivamo la metodologia didattica di scuola attiva, laboratoriale e di ricerca traendo spunto da Montessori, Agazzi; ci affidavamo per i laboratori creativi a Roberto Pittarello dopo aver studiato Munari; per la psicomotricità a Sonia Compostella che collaborava con Bernard Aucouturier ideatore della Pratica Psicomotoria ; ci guidava il format narrativo ed emozionale di Veglia; ci ispirava il concetto di valutazione della scuola di David Hopkins.
Senza la passione delle insegnanti, a Montecchio l’istituzione della prima infanzia non si sarebbe guadagnata la considerazione esterna di vera scuola dotata di una dignità propria Grazie al patrimonio di tale scuola dell’infanzia pubblica a Montecchio , che ha posto l’accento sulla sua dignità di vera scuola gratuita e per tutti (art 3 costituzione) , totalmente integrata all’interno del sistema scolastico statale nazionale 3-14-anni , con standard di qualità elevati, sono diventata convinta sostenitrice delle generalizzazione e obbligatorietà della scuola d’infanzia PUBBLICA almeno nell’ultimo anno (5 anni) .
“Non uno di meno” era il nostro motto, contro ogni pregiudizio, stereotipo, forma latente di razzismo.
In ciò, la nostra scuola non è mai arretrata, si è ben identificata: organo dello Stato, rispondente prima ai principi sanciti dalla Costituzione per l’azione educativa e poi alla comunità.
Quali che siano le nostre prospettive, facciamo tesoro di quanto conquistato.
La scuola d’infanzia è un diritto, gestita, sulla base di programmi nazionali e in continuità con la primaria e la secondaria di primo grado, nell’ambito della scuola di base.
Non posso pertanto accettare la delega in bianco per l’istituzione di un “Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai 6 anni” presente nella legge 107/15 se essa determina lo slegamento della Scuola dell’Infanzia dal successivo percorso formativo ed educativo dello studente nelle Scuole Primaria e Secondaria.
Non posso accettare che le attività promosse dalla scuola dell’Infanzia siano finalizzate alla «conciliazione dei tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori». Si tratterebbe di mero assistenzialismo.
Non posso accettare che a finanziare questo segmento importante della formazione infantile siano chiamati a cooperare le Regioni, gli Enti locali e le famiglie. Non
Non si tratterebbe più di Scuola Statale che oggi offre un servizio gratuito, altamente formativo. Non posso accettare che si dimentichi la memoria storica della scuola dell’infanzia statale italiana che finora è stata il nostro fiore all’occhiello, merito dei professionisti che vi hanno lavorato, docenti oggi,trattati come “Figli di un dio minore” (Marina Castelli) rispetto ai colleghi degli altri ordini di scuola.
Lo ribadiamo anche come comitato LIP (Legge di iniziativa popolare) di cui io faccio parte a Vicenza.
Continuerò a battermi, come cittadina attiva per la scuola pubblica, quella per cui mi sono spesa per 40 anni marciando con gli studenti anche a Barbiana, in ricordo di don Milani, per difendere il diritto allo studio e la costituzione, la laicità della scuola di Stato, dove tutti sono uguali e nessuno è straniero, dove il percorso educativo e scolastico è uguale per tutti dai 3 ai 14 anni.
Non dobbiamo arretrare.
“Se e noi arretriamo consegneremo alle nuove generazioni, a quelli che verranno dopo di noi un mondo peggiore (Marina Boscaino)”
- UNA TESTIMONIANZA DI VITA VISSUTA DALLA PARTE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
di Donata Albiero
Riportiamo altri documenti sul convegno:
- Progetto 0-6 anni: docenti infanzia figli di un Dio minore
dall’ufficio stampa della Gilda degli insegnanti, 29.1.2016 - Scuola d’Infanzia, figlia di un Dio minore?
sintesi di Donata Albiero
- La scuola dell’infanzia: problemi aperti
di Giancarlo Cerini - Apprendimento e scuola dell’infanzia: quale importanza
prof Renzo Vianello - La scuola dell’Infanzia è scuola
di Antonia Sani - L’infanzia nei Gifted children oggi….
di Martina Brazzolotto - Non siamo baby sitter
di Mario Pittoni