di Bruno Ventura, Scuola in Forma, 29.2.2020
– Si sente molto spesso dire che occorre cambiare i metodi di insegnamento perché ci sono i dati allarmanti dell’Ocse Pisa a testimoniare lo scarso grado di preparazione degli studenti in materie come la matematica. Questo accade perché gli scienziati hanno visto che si stanno riducendo i tempi di concentrazione. Oggi gli studenti hanno sempre meno tempo per studiare e prepararsi alle interrogazioni e ai compiti in classe. Se si seguisse il modello finlandese si potrebbe invece invertire la tendenza. Alla fine, i telespettatori si convincono che occorra fare come nel paese nordeuropeo.
Il modello di scuola finlandese non può essere proposto in Italia: vi spieghiamo perché
La domanda che si pone il telespettatore più attento è: ma quanto mi posso fidare di questi dati dal momento che la loro affidabilità scientifica è controversa? E’ da diverso tempo che quest’organismo non fornisce dati credibili. Del resto, basta leggere quanto scrive David Spiegelhalter, noto ed apprezzato Professore di Statistica a Cambridge nel, suo saggio “learning lessons from PISA is as hard as predicting who will win a football match“. In realtà gli studenti dell’Italia del Nord Est e Nord Ovest superano quelli finlandesi.
Realtà territoriali completamente diverse
Le differenze nei punteggi dipendono dai diversi tessuti socio-economici, e non da bacchette magiche neuro-soft-skill-psico-pedagogiche. Esistono evidenze scientifiche del fatto che è l’ambiente a condizionare l’uomo e non viceversa. Basterebbe già questo a confutare le conclusioni cui giunge il rapporto. Inoltre non si tiene conto del parere di chi va in classe ogni giorno.
Ma c’è un problema ancora più grande che impedisce di mettere in pratica questo tipo di rivoluzione dell’apprendimento. La popolazione finlandese si basa su 5 milioni di individui contro i 60 milioni dell’Italia. Prima di convergere verso questo modello sarebbe bene eliminare le classi pollaio. Oggi gli insegnanti sono costretti a tenere lezione con classi costituite anche da oltre 28 allievi. In una situazione del genere non si farebbe altro che peggiorare la situazione perché la naturale predisposizione degli studenti ad intervenire attivamente nelle lezioni causerebbe ancora maggiore confusione.
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