di Valentina Santarpia, Il Corriere della sera, 27.5.2021.
Protesta fuori tempo massimo per i sindacati della scuola, che hanno deciso di proclamare lo sciopero per il 9 giugno, quando cioè la maggior parte delle scuole d’Italia (il calendario è regionale) sarà ormai chiusa, e quindi l’impatto su lavoratori e studenti sarà praticamente nullo. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Anief – scenderanno in piazza mercoledì 9 giugno a Roma per chiedere modifiche al Dl Sostegni bis e ottenere misure urgenti per la stabilizzazione di tutti i precari sia abilitati sia specializzati con 3 anni di servizio (il governo ha scelto invece di procedere solo a una mini sanatoria). I sindacati chiedono anche la stabilizzazione dei Direttori dei servizi generali facenti funzione con 3 anni di servizio, il superamento dei blocchi sulla mobilità del personale, il rafforzamento degli organici del personale a partire dalla conferma dell’organico Covid, la riduzione del numero di alunni per classe.
Le critiche
Il Dl sostegni bis è stato predisposto «senza alcun confronto», accusano. I sindacati della scuola reputano le misure previste dal decreto legge appena pubblicato «del tutto inefficaci rispetto all’obiettivo di assicurare al sistema scolastico le condizioni ottimali per garantirne la miglior qualità ed efficacia, peraltro con evidenti e improprie invasioni delle prerogative contrattuali nella regolazione di aspetti che attengono allo svolgimento delle prestazioni di lavoro. E lontanissime dal riconoscimento nel Patto per la Suola dell’impegno profuso da tutto il personale durante la pandemia. Ora questo riconoscimento va concretizzato e tradotto in misure e interventi che assicurino stabilità e continuità al lavoro e il regolare avvio dell’anno scolastico il primo settembre».
La replica dello scorso anno
Anche l’anno scorso i sindacati avevano deciso di scioperare l’ultimo giorno di scuola, l’8 giugno, contro il dl scuola approvato in Senato (che prevedeva un concorso per i precari) e per chiedere garanzie sulla ripresa a settembre: chiedevano di ridurre il numero di alunni per classe e consentire una didattica a gruppi più piccoli, richiesta ribadita quest’anno; volevano un concorso riservato per i direttori dei servizi generali e amministrativi facenti funzione con almeno tre anni di servizio, proprio come oggi; e sostenevano che bisognasse assicurare il rinnovo del contratto con risorse aggiuntive.
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