la Repubblica, 3.5.2020
– Il presidente Bianchi chiarisce i termini della proposta “metà a scuola e metà a casa”: “Le varianti andranno soppesate, ci sono bimbi e maturandi”.
Arrivano le prime precisazioni sui progetti per la ripresa dell’anno scolastico. Il primo punto fermo lo mette Patrizio Bianchi, presidente della task force del ministero dell’Istruzione.
La divisione delle classi, metà in aula e metà online, della quale ha parlato la ministra dell’Istruzione Azzolina “è quello che – precisa Bianchi – noi chiamiamo lo scenario zero, lo scenario di partenza, sul quale stiamo lavorando. Con varianti che vanno soppesate, perché ci sono sia i bambini di prima elementare che i maturandi. La cosa importante è che ognuno, ma neanche uno di meno, possa usufruire al meglio delle condizioni che possiamo offrire”.
L’emergenza Covid “ha evidenziato tutta una serie di problemi che nella scuola italiana c’erano già da anni”. “Sono dieci anni Bianchi – ha detto – che diciamo che la dimensione ideale di una classe è di 10-12 bambini, per superare quelle che, con un’espressione che io odio, vengono chiamate le ‘classi pollaio’. Questa può essere un’occasione, ci sono tante sperimentazioni, anche per provare ad andare oltre le classi. C’è poi il problema dell’edilizia scolastica, che andrà affrontato con uno sguardo pluriennale, ma che ci portiamo dietro da tantissimo tempo”.
In vista della riapertura delle scuole, “dobbiamo sforzarci di fare dei patti territoriali per utilizzare gli spazi che esistono”. “Per fare un esempio – ha proseguito – c’è un liceo di Palermo, a Ballarò, che ha un corso musicale. Già prima di questa emergenza aveva difficoltà di spazi, stiamo facendo un ragionamento con il Teatro Massimo per provare ad ipotizzare delle soluzioni”.
“Abbiamo chiesto che il Ministero metta a disposizione un’unità speciale per aiutare i singoli presidi a organizzarsi al meglio. C’è un problema di formazione, per aiutare i nostri studenti a uscire da questo trauma”.
.
.
.
.