Il premier riunisce a Palazzo Chigi i parlamentari dem per accelerare l’iter della riforma. Si tratta, ma spunta l’ipotesi fiducia
La strada del dialogo resta percorribile, ma se non si troverà con le opposizioni un percorso condiviso sui 3.000 emendamenti l’ipotesi della fiducia su `la buona scuola´ si trasformerà in realtà. Il governo e il Pd, nel vertice convocato questa mattina da Matteo Renzi a palazzo Chigi, hanno deciso di accelerare. L’obiettivo, in attesa dell’esito della riunione della commissione Istruzione di Palazzo Madama convocata per martedì prossimo, è quello di far approvare il testo dall’Aula del Senato entro venerdì e di portare a casa le assunzioni dei 100mila precari.
Nella sede del governo questa mattina con il premier c’erano il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda, il presidente della commissione Istruzione, Andrea Marcucci, che in un tweet spiega: «Il Pd farà di tutto per approvare “la buona scuola” in tempi brevi. Serve tenere insieme autonomia, merito e assunzioni».
Lo strumento della fiducia sarà eventualmente usato, afferma invece Ettore Rosato al Gr1, «per impedire che l’ostruzionismo interrompa il percorso parlamentare. Si va avanti con decisione e con la massima collaborazione a trovare le intese più ampie possibili, ma con l’idea che i tempi sono molto stretti per procedere alle assunzioni fin dall’inizio del prossimo anno scolastico». Quello di Renzi, aggiunge, «non è un cambio di strategia, è un messaggio molto chiaro. Chiediamo a tutti di collaborare in una riforma che serve al Paese. Noi chiediamo di rinunciare all’ostruzionismo per consentire una rapida approvazione che consenta di rispettare anche i tempi necessari e burocratici per procedere a 100mila assunzioni».
Ma M5s non depone le armi e annuncia che manterrà i suoi emendamenti. «Ai ricatti del governo non cediamo – affermano i parlamentari grillini delle commissioni Cultura – non ritireremo i nostri emendamenti perché sono tutti emendamenti di merito. Ritirarli significherebbe prestare il fianco a un governo che sta distruggendo la scuola pubblica italiana e voltare le spalle a insegnanti, studenti e famiglie che da mesi chiedono di ritirare questa riforma irricevibile».
Dura anche Sel, il cui capogruppo Arturo Scotto taglia corto: «non chiedano alle opposizioni ciò che governo non fa. Il ritardo su scuola nasce dai pasticci, dalle scelte sbagliate e da indecisioni tutte interne al Pd». «Fare subito un decreto per la stabilizzazione dei docenti precari è l’ unica soluzione che ha il governo. In caso contrario non pensino di utilizzare ricatti per impedire al Parlamento di fare una buona legge per la scuola, quella vera».
E anche Scelta civica non mostra di aver particolarmente apprezzato l’idea del vertice di stamane e chiede uguale attenzione da parte del premier altrimenti la riforma «sarà approvata dal solo Pd, e da quanti sono disposti a fare le ruote di scorta che votano a comando. Sicuramente non noi».
Anche il fronte sindacale fibrilla ancora. Susanna Camusso è tranchant: «Mi suona come una gigantesca presa in giro, è sempre più insopportabile» ha commentato il segretario generale della Cgil. «Il 5 maggio, dopo il più grande sciopero della storia nel mondo della scuola, il governo ha detto che bisognava aprire un confronto a Palazzo Chigi ma stiamo ancora aspettando la convocazione, forse hanno perso il nostro indirizzo. Adesso scopriamo che c’è fretta, quindi immagino maxiemendamento e fiducia». Insomma, per Camusso «Credo si sia andati oltre la normale dialettica nel rapporto tra le parti e che non ci sia nessun rispetto dei soggetti collettivi». Ma la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani le risponde a stretto giro di posta: «Siamo al paradosso. Per la Camusso è insopportabile l’impegno del governo di condurre rapidamente in porto una nuova organizzazione della scuola con la garanzia di assumere 100mila precari? Questo atteggiamento lascia sbigottiti. Non si è mai visto un sindacato che si lamenta mentre si stabilizzano così tanti lavoratori».
Scuola, il Pd alle opposizioni: “Collaborino per un ok rapido”
ultima modifica:
2015-06-20T06:06:13+02:00
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