di Sara Nicosia, Money.it, 22.8.2019
– Il Decreto Scuola tarda ad arrivare, complice la crisi di governo, e gli insegnanti precari rischiano di non vedere la stabilizzazione del contratto.
La fine del governo Conte mette seriamente a rischio l’assunzione di decine di migliaia di insegnanti precari, lasciando nel vuoto il Decreto Scuolaemesso dal governo gialloverde proprio con l’obiettivo di stabilizzare tutti gli insegnanti con almeno tre anni di servizio.
L’affacciarsi di un possibile accordo che porti a una maggioranza tra M5S e Pd riporterebbe inoltre in campo gli scontri verso ciò che rimane della Buona scuola di Matteo Renzi; infatti, seppur a fatica e tra non poche incertezze, i pentaleghisti avevano portato avanti la battaglia al depotenziamento della contestata riforma.
Sebbene non ci sia ancora chiarezza rispetto agli orientamenti del Pd di Zingaretti, e considerato il peso che i renziani rivendicano sul prossimo governo, lo scontro con i Cinque Stelle che si sono fatti bandiera del movimento anti-buona scuola, senza per altro metterla seriamente in discussione come promesso, è probabile.
Ad aggravare la situazione ci si mette anche la riforma pensioni Quota 100, rea di aver accelerato il processo di pensionamento degli insegnanti.
Quota 100 ha liberato posti in cattedra che tuttavia non saranno coperti dal personale di ruolo: le domande sarebbero dovute arrivare entro febbraio all’Inps, ma i numeri non stati elaborati nei tempi.
Insegnanti precari, cosa succederà a settembre?
All’uscita degli oltre 17mila insegnanti che andranno in pensione a settembre con Quota 100, si affianca il fantasma del tanto sbandierato concorso docenti con il quale il ministro dell’Istruzione Bussetti prometteva l’assunzione di circa 70mila insegnanti.
Sui bandi che dovevano essere pubblicati entro l’estate pesa chiaramente il fardello dell’incognita di governo, e di loro si è così persa traccia. L’anno scolastico 2019/2020 comincerà inevitabilmente sotto il segno dell’incertezza.
La caduta del governo Conte rischia quindi di travolgere senza via di scampo il decreto per la stabilizzazione degli insegnati precari , in teoria approvato il 6 agosto.
Il decreto era stato approvato dal Consiglio dei Ministri attraverso la formula “salvo intese”, vale a dire una clausola che prevede un’approvazione successiva del provvedimento da parte di tutti i Ministri. Cinque Stelle contrari, Lega favorevole. Fino al prossimo governo sembra proprio che non se ne farà nulla.
Precari verso il boom delle supplenze
Tanti insegnanti precari, tante cattedre vuote e un, del tutto previsto, boom di supplenze si affacciano alla porta di settembre. L’emergenza cattedre vacanti si affianca così al mancato decreto di stabilizzazione dei precari e l’inizio dell’anno scolastico è sempre più complesso.
I supplenti necessari a coprire le cattedre vacanti oscillano tra i 120mila e 200mila. La scuola italiana si regge su un totale di 800mila docenti e funzione unicamente grazie a un rapporto di un supplente su cinque assunti di ruolo. Questo solo per dare un’idea della situazione e dei numeri.
Proprio ai supplenti, ovvero gli insegnanti precari, si dovrà far ricorso a settembre per permettere l’apertura delle scuole, con l’aggravante che le graduatorie, tanto per i supplenti quanto per gli insegnanti di ruolo, sono nella maggior parte dei casi esaurite e bisognerà fare affidamento alle “messe in disposizione”; ovvero ai docenti con diversa classe di concorso ma che si sono resi disponibili.
Se, come è probabile che sia, Quota 100 sarà confermata questo trend potrà solo salire, soprattutto considerando che l’età media dei docenti italiani rimane molto alta. Lo stesso problema si registra inoltre per il personale Ata che, a fronte di 17mila posti liberi conta solo 7.646 nomine.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.