di Corrado Zunino, la Repubblica, 31.7.2021.
Una sentenza della Consulta è come una doccia fredda per le private: legittimo non conteggiare il periodo di pre-ruolo svolto negli istituti non statali anche ai fini della mobilità.
ROMA – La Corte costituzionale conferma: non vale, ai fini della ricostruzione di carriera e della mobilità nella scuola statale, il “ruolo da docente” svolto nelle scuole paritarie. E questa previsione di legge che era finita sotto la lente non viola la Costituzione. Con la sentenza numero 180 depositata ieri (relatore il vicepresidente Giuliano Amato) la Consulta infatti ha stabilito che non è fondata la questione di legittimità costituzionale “dell’articolo 485 del decreto legislativo numero 297 del 1994”, che era stata posta dalla Corte d’Appello di Roma, sezione lavoro. L’articolo, appunto, che non consente di valutare, ai fini della ricostruzione di carriera e della mobilità, l’insegnamento prestato nelle scuole paritarie, prima dell’immissione nei ruoli della scuola pubblica.
Deluse le speranze dei docenti delle paritarie: gli anni nelle private non valgono per il ruolo
È una sentenza che, lasciando immutata la situazione, delude probabilmente le attese di decine di migliaia di insegnanti che, prima di accedere alla scuola pubblica, hanno fatto un percorso nelle scuole private, laiche o religiose, da tempo definite paritarie. Non è specificato, per ora, se la decisione potrà influire anche sulla posizione nelle graduatorie pre-ruolo, che devono dare accesso alla cattedra definitiva.
Sul tema, i tribunali erano divisi. Di recente si erano perlopiù allineati all’orientamento della Corte di Cassazione che, con diverse sentenze nel 2019 e 2020, aveva ritenuto “non riconoscibile” il servizio preruolo prestato presso nelle paritarie a causa “della non omogeneità dello status giuridico del personale, che giustifica il differente trattamento”.
La decisione motivata dalla diversa procedura di selezione degli insegnanti
Anche la Corte costituzionale argomenta la sua decisione ricordando che la legge 62 del 2000 ha voluto garantire agli alunni delle paritarie i medesimi standard qualitativi di quelle statali, sia per quanto riguarda l’offerta didattica sia per il valore dei titoli di studio. Ma ciò non ha portato alla completa equiparazione del rapporto di lavoro dei docenti di questi istituti a quello dei docenti della scuola statale.
Infatti i docenti delle paritarie non vengono selezionati per concorso, come prevede l’articolo 97 della Costituzione per le amministrazioni pubbliche. D’altra parte, sostiene la Consulta, la discrezionalità di cui le paritarie godono nella scelta degli insegnanti garantisce la loro autonomia e libertà nel dotarsi di personale con un’impostazione culturale, didattica ed educativa coerente con il loro progetto formativo.
La battaglia si sposta in Europa
Il Comitato nazionale che da anni si batte per il riconoscimento del pre-ruolo nelle partiarie ha annunciato ora che intende portare avanti la sua battaglia alla Commissione e al Parlamento europeo.
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Scuola, la Corte costituzionale: gli anni di insegnamento nelle paritarie non valgono per la carriera ultima modifica: 2021-08-01T05:53:29+02:00 da