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Scuola, le aule italiane perdono pezzi: “156 crolli in quattro anni, oltre a muffe, infiltrazioni e mancata manutenzione”

di Alex Corlazzoli,  Il Fatto Quotidiano, 28.9.2017 

– Il XV rapporto sulla sicurezza delle scuole di “Cittadinanzattiva” fotografa una situazione che, nonostante gli investimenti del Governo Renzi e di quello di Gentiloni, resta preoccupante: oltre alle lacune strutturali, gravi anche quelle nei servizi igieniche e nella sicurezza sismica.

Le aule italiane perdono pezzi. Oltre a intonaco rovinato, muffe e infiltrazioni, si contano 156 crolli negli ultimi quattro anni che hanno provocato 24 feriti. A presentare l’altra faccia dell’edilizia scolastica è “Cittadinanzattiva”: nella sala storica Luiss EnLabs di via Marsala a Roma è stato illustrato il XV rapporto sulla sicurezza delle scuole che ha esaminato 75 edifici di dieci regioni diverse. La fotografia emersa, nonostante gli investimenti del Governo Renzi e di quello di Gentiloni, resta cupa: un quarto circa di aule, bagni, palestre presenta distacchi di intonaco, nel 37% delle palestre e nel 30% delle aule ci sono muffe e infiltrazioni. Una scuola su quattro presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato, ma anche a fronte delle richieste di interventi da parte dei dirigenti agli enti proprietari degli edifici, in un caso su cinque non viene fatto nulla. Numeri che diventano ancora più gravi, quando si guarda al grafico dei crolli.

Un altro dato grave è quello che riguarda la condizione dei servizi igienici. Metà dei bagni è privo di carta igienica, nel 64% manca il sapone e nel 77% dei casi non ci sono asciugamani. Non solo: il 10% delle scuole ha le porte dei WC rotte e il 20% non ha la toilette per i disabili. Una situazione inaccettabile per “Cittadinanzattiva” che tra le sue proposte per la prima volta chiede che si preveda l’obbligo di installazione in tutte le scuole, tra il resto, di distributori di sapone.

Resta preoccupante la situazione anche per quanto riguarda la sicurezza sismica: solo il 27% delle scuole ha effettuato le verifiche di vulnerabilità. A fare da capofila delle Regioni virtuose vi sono Umbria (59%), Abruzzo (51%), Molise (50%) e Liguria(49%). “Il quadro complessivo – spiega Adriana Bizzarri, responsabile scuola di “Cittadinanzattiva” – in ogni caso evidenzia un grave ritardo da parte dei Comuni e delle Province visto che la verifica di vulnerabilità sismica è stata resa obbligatoria con un’ordinanza del 2003 e più volte prorogata fino al 31 marzo 2013. Questo tipo di verifica certamente è lunga e costosa e il Governo ha previsto uno stanziamento specifico di 100 milioni di eurosufficienti a coprire, secondo un nostro calcolo, circa 3.300 edifici scolastici di medie dimensioni”.

Ma la vera novità del XV rapporto è data dal monitoraggio che l’associazione ha svolto tramite l’istanza di accesso civico inviata in 2.821 Comuni e Province relativamente a 4.401 scuole di 18 Regioni diverse. I risultati non sono per nulla confortanti e dimostrano l’omertà e/o l’ignoranza degli enti locali: su 2821 PEC inviate hanno risposto solo 527 amministrazioni, pari al 19%. Un dato che ha permesso, tuttavia, di recensire 4.401 edifici. “Resta il fatto – spiega Bizzarri – che le risposte denotano una grande difformità nell’attuazione della Legge sull’accesso civico. Tra le risposte possiamo citare chi ha detto che l’amministrazione ritiene di non fornire alcuna informazione o chi ha preferito non dare alcun dato perché si trattava di un lavoro troppo oneroso”.

Il quadro che comunque “Cittadinanzattiva” è riuscita a tracciare grazie a questo strumento è altrettanto preoccupante. Solo il 26% degli edifici censiti è in possesso della certificazione di agibilità: la maglia nera va a Sicilia (4%) e Lazio (8%), mentre in testa alla classifica c’è il Friuli Venezia Giulia con il 52% delle scuole in possesso del certificato. Più incoraggiante la situazione relativa al collaudo statico: il 45% lo ha nel cassetto. Anche in questo caso a fare da fanalino di coda è il Lazio con il 14%.

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Scuola, le aule italiane perdono pezzi: “156 crolli in quattro anni, oltre a muffe, infiltrazioni e mancata manutenzione” ultima modifica: 2017-09-29T05:01:31+02:00 da
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