Insegnanti

Scuola, studiare al Sud significa perdere un anno di formazione rispetto al Nord

di Chiara Sgreccia, L’Espresso,  10.2.2023.

L’istruzione in Italia è sempre più diseguale. E i divari nelle infrastrutture pesano anche sulla salute degli studenti. «E l’autonomia differenziata aggrava il quadro», denuncia Svimez

Carla e Fabio sono due bambini della stessa età. Hanno 10 anni e frequentano la quinta elementare. Carla vive a Firenze e pranza a scuola, per questo segue una dieta bilanciata come l’85 per cento dei bambini in Toscana che hanno accesso al servizio di mensa. Il pomeriggio, più volte a settimana, si ferma per giocare a basket, altre per fare i compiti. In un anno Carla, grazie al tempo pieno, svolge 1.226 ore di formazione.

Fabio invece vive a Napoli. Dove l’80 per cento dei bambini non ha il servizio mensa. Così per pranzo torna a casa oppure mangia cibo già pronto, preconfezionato. Fabio ha un rischio doppio di essere obeso o in sovrappeso rispetto a Carla anche perché non può fermarsi a scuola per fare attività fisica dopo le lezioni, visto che l’83 per cento degli istituti in Campania non ha una palestra. Fabio in un anno ha garantite dallo Stato mille ore di formazione. Circa 200 in meno rispetto a Carla che alla fine del percorso di istruzione elementare è come se avesse frequentato un anno intero in più.

«Si chiama furto di formazione». A spiegarlo è Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, impegnata sul tema del divario tra nord e sud, nell’istruzione e nelle infrastrutture scolastiche. Secondo l’ultimo rapporto, infatti, nella scuola primaria la percentuale di alunni che frequenta il tempo pieno nelle regioni meridionali è del 18 per cento. Mentre la media del resto del paese supera il 48 per cento. Così nel Mezzogiorno circa 650 mila alunni delle scuole primarie non beneficiano del servizio di mensa, 550 mila non hanno una palestra. Questi divari nelle infrastrutture hanno conseguenze negative anche sullo stile di vita e sulla salute della popolazione: al sud quasi un minore su tre, tra i 6 e i 17 anni, è in sovrappeso. Nel Centro-nord la media è di uno su cinque. Più grave ancora la differenza sull’aspettativa di vita: al sud è inferiore di tre anni rispetto a chi vive nelle regioni centro settentrionali del Paese.

Dallo studio di Svimez emerge anche il progressivo disinvestimento che caratterizza da anni il settore dell’istruzione in Italia soprattutto al sud: tra il 2008 e il 2020, la spesa complessiva in termini reali si è ridotta del 19,5 per cento. Oltre 8 punti percentuali in più del Centro-nord. Per il Direttore di Svimez, Luca Bianchi: «Il quadro che emerge dai dati, e che rischia di rafforzarsi ancor più se passano le proposte d’autonomia, è quello di adattare l’intensità dell’azione pubblica alla ricchezza dei territori, con maggiori investimenti e stipendi nelle aree che se li possono permettere, pregiudicando proprio la funzione principale della scuola che è quella di fare uguaglianza».

Scuola, studiare al Sud significa perdere un anno di formazione rispetto al Nord ultima modifica: 2023-02-10T20:29:34+01:00 da
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