Scuola: sui concorsi si rischia l’ennesimo caos

dal profilo FB di Lorenzo Fioramonti, 28.9.2020.

Gilda Venezia

La Scuola ha riaperto in modo parziale da alcune settimane, con interruzioni costanti ed orari ridotti, mentre cominciano – erano prevedibili – le chiusure per Covid, nonostante in tante città e regioni gli istituti abbiano rinviato l’apertura ad ottobre dopo le elezioni. Paradossalmente, invece di riaprire sedi scolastiche chiuse in passato e creare delle “scuole di prossimità” con piccole classi in grado di meglio garantire distanziamento e riduzione dei contagi, si continuano a chiudere le pluriclassi di paese (da ultimo il caso di Bocchigliero a Cosenza), costringendo gli studenti e le famiglie a spostarsi in istituti affollatti, con problemi di inclusione e mobilità pubblica (si pensi all’annosa questione degli scuolabus).

Ma non finisce qui. È notizia di questi giorni che il 22 ottobre dovrebbe partire (condizionale assolutamente d’obbligo visti i precedenti di questi mesi) il concorso straordinario per l’assunzione dei docenti precari con più di tre anni di servizio. In questa vicenda si rischia l’ennesimo errore ed io mi appello al Governo per evitarlo.

Ecco alcune ragioni:

1) Il concorso straordinario da me varato come Ministro alla fine del 2019 prevedeva un percorso snello di selezione da realizzare a gennaio 2020 per immettere tutti i vincitori in cattedra entro settembre dello stesso anno.

2) Invece di seguire questo approccio, il Governo ha deciso di separare i due ministeri e rimuovere i dirigenti da me incaricati di gestire i concorsi, cosa che ha generato enormi ritardi e cambi di direzione.

3) A questo punto, in piena pandemia, il Ministero si è rifiutato di velocizzare le selezioni con titoli e servizio ed esame finale dopo anno di prova, dicendo che i concorsi si sarebbero svolti come previsto tra luglio ed agosto 2020, per evitare di sovrapporsi alle lezioni (infatti i candidati già insegnano). Ovviamente, così non è stato.

4) Inoltre, le modalità concorsuali sono state riviste. Infatti il decreto originale prevedeva una prova al computer a risposta multipla per fare in modo che le valutazioni potessero essere veloci, visto il numero di candidati. Ora, al contrario, sono previste risposte aperte che richiederanno commissioni e mesi di valutazioni, ritardando ulteriormente il percorso.

In una nazione dove i concorsi hanno spesso dimostrato carenze gestionali enormi (non ultimo il concorso da Dirigente Scolastico 2017, impugnato dal TAR e su cui stanno investigando sei procure, per cui il Ministero si rifiuta di concedere l’accesso agli atti da me inizialmente garantito a tutti i ricorrenti), sarebbe il caso di riflettere. Abbiamo già accumulato tanti, troppi ritardi e lo sappiamo tutti che la didattica a distanza tornerà ad accompagnarci – almeno parzialmente – in questi mesi. Sorvoliamo sui banchi, sulle mascherine e sugli scuolabus, ma almeno sui docenti – indispensabili per rimpiazzare pensionamenti e garantire che non ci siano altre decine di migliaia di cattedre scoperte, soprattutto sul sostegno – non possiamo più sbagliare.

Rivediamo l’approccio. Facciamo una selezione per titoli e servizio con una prova altamente selettiva alla fine del primo anno, come richiesto da tanti parlamentari di maggioranza. Rafforziamo la Scuola, con personale e risorse. Perché la propaganda alla fine si scontra coi fatti. E il tempo sta per terminare.

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Scuola: sui concorsi si rischia l’ennesimo caos ultima modifica: 2020-09-28T21:40:22+02:00 da
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