Scuole belle e scuole che cadono a pezzi

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di Natalia Carpanzano, Orizzonte Scuola,  14.10.2016

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– “Scuole Belle” è il piano di interventi che riguarda la piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici scolastici lanciato nel 2014 dal Governo Renzi. Ma quali risultati ha dato a distanza di 24 mesi?

Grazie a questo piano straordinario il MIUR versa gli importi previsti direttamente alle scuole e i Dirigenti Scolastici assegnano i lavori tramite appalti. Possono scegliere di impiegarli in vari tipi di opere, come ad esempio verniciatura delle pareti e cancellazioni di scritte, sistemazione di impianti idrici, riparazioni degli infissi danneggiati, rimozione e riallocazione degli arredi didattici (ovvero lavagne ed armadi), rifacimento e manutenzione degli spazi verdi. Negli ultimi due anni sono stati spesi circa 450 milioni di euro in oltre 17mila interventi, la maggior parte dei quali nelle Regioni meridionali.

Gli interventi di fatto sono assimilabili alla piccola manutenzione che ognuno di noi potrebbe svolgere a casa propria. Il problema principale che si è ravvisato nel corso degli interventi è stato l’impiego di operai non specializzati. A eseguire i lavori, come da accordi nazionali, sono stati gli ex Lsu, i lavoratori socialmente utili, che il governo ha potuto così impegnare temporaneamente dopo la loro esclusione dagli appalti di pulizie. Che la misura #scuolebelle sarebbe stata utile anche a evitare l’ assistenzialismo, lo aveva specificato subito la ministra all’Istruzione, Stefania Giannini.

L’impiego di lavoratori non specializzati ha determinato pero’ una bassa qualita’ dei lavori realizzati: muri dipinti a meta’ perchè il personale non poteva salire sulle scale per motivi di sicurezza, pareti che si scrostavano dopo pochi mesi dall’intervento, arredi danneggiati nelle fasi di montaggio e smontaggio sono solo alcuni dei problemi riscontrati in fase di realizzazione.

Ed è anacronistico che nello stesso lasso di tempo, ovvero gli ultimi tre anni scolastici, si siano verificati più di cento crolli in altrettanti Istituti del Paese, e cinque solo dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi. Scuole un po’ piu’ belle forse, ma sempre meno sicure.

La misura pero’continua. Il governo ha messo sul piatto altri 64 milioni per prolungare le opere.Così si va avanti fino a fine 2016 a pitturare aule ed effettuare lavori di piccola manutenzione negli Istituti del Paese, nonostante oltre quattromila interventi di quelli già programmati siano ancora da concludere.

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Scuole belle e scuole che cadono a pezzi ultima modifica: 2016-10-14T07:03:14+02:00 da
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