Di Lei, 16.3.2020
– Lo abbiamo chiesto a Chiara Burberi, AD di Redooc.com. La sua risposta è netta come la sua previsione: nulla sarà più come prima.
Classi virtuali, lezioni e compiti online, notifiche ed e-mail a scandire le giornate chiusi in casa. Da un paio di settimane la routine delle famiglie italiane con figli in età scolare è questa. Dalla primaria all’ultimo anno della secondaria di secondo grado o, se preferite, dalla prima elementare all’ultimo anno delle superiori.
Se c’è qualcuno che può far da bussola in questo mare in tempesta è Chiara Burberi, AD di Redooc.com. Le abbiamo chiesto di fare, con noi e per noi, il punto della situazione della scuola ai tempi del Coronavirus.
Chiara, da tre settimane e fino a data da destinarsi migliaia di genitori italiani sono alle prese con compiti e lezioni in casa. Insomma, per cause di forza maggiore stiamo sperimentando l’homeschooling
Abbiamo lanciato l’iniziativa #ScuolaACasa, grazie al supporto di Global Thinking Foundation, il 27 febbraio. L’iniziativa consiste nell’offrire gratuitamente Licenze e Classi Virtuali Redooc.com a scuole e famiglie, per garantire continuità al processo di apprendimento delle principali materie (matematica, italiano, fisica, …) e di preparazione alle prove (Invalsi, esame 3° media e maturità) degli studenti dai 6 ai 19 anni, costretti a casa. Attualmente abbiamo superato i 10.000 studenti inseriti nelle Classi Virtuali attivate dall’inizio dell’emergenza, numero in continua crescita.
Le famiglie, oltre alle scuole, finalmente hanno l’opportunità di riflettere sulla priorità dell’educazione (non istruzione, ma educazione, dal latino educere) per i loro figli.
Quindi l’emergenza è diventata un’opportunità?
Molti ci hanno scritto in questo periodo affermando di riflettere sull’opportunità di avviare un percorso di homeschooling, cioè pensano di organizzarsi in autonomia, a casa, per l’educazione dei propri figli, anche una volta passata l’emergenza, vista la enorme disponibilità online di contenuti educativi, spesso non sfruttati dalla scuola tradizionale, ancorata ai testi e alla didattica tradizionale. Le famiglie stanno diventando sensibili alla qualità dei contenuti e dei metodi didattici. La tecnologia di per sé non risponde a questo bisogno, ma certo aiuta, aprendo opportunità impensabili fino a qualche anno fa.
La scuola italiana era pronta ad affrontare questa emergenza?
La scuola italiana è composta da circa 850.000 docenti, che lavorano su circa 36.000 sedi, in più di 350.000 classi composte da poco più di 7 milioni di studenti dai 6 ai 9 anni, con circa 4,5 milioni di famiglie coinvolte. Una nazione nella nazione. Il digital divide è rilevante non solo nelle famiglie (1 famiglia su 4 non ha collegamento internet secondo i dati Istat, ndr), ma anche nelle scuole. Naturalmente parlo di digital divide non solo infrastrutturale ma anche culturale. Se un Direttore Scolastico è “contrario al digitale”, cosa succede nella scuola/e che gestisce? Tutta la comunità di riferimento (docenti, studenti, genitori) è destinata a restare un passo indietro. Alla velocità dei cambiamenti attuali, il passo diventa molto in fretta un abisso!ù
Stesso dicasi del singolo docente…
Certo, soprattutto quando e se si spaventa di fronte alla necessità di continuare ad imparare, aggiornarsi, utilizzare nuovi strumenti. Questa emergenza è quindi una grande opportunità perché costringe la scuola, tutta, al cambiamento, annunciato da ormai più di due decenni e mai realizzato! Siamo nel 2020: i ragazzi e le ragazze tra i 6 e i 19 anni sono tutti nati nel nuovo secolo e hanno talenti che spesso non riusciamo a cogliere, con le nostre lenti del passato. Finalmente il futuro sta dettando le nuove regole del gioco: la scuola non sarà più la stessa, perché tutti, nessuno escluso, avranno iniziato un percorso evolutivo inarrestabile. La scuola del futuro sta iniziando a prendere forma, nelle case degli italiani, con gli studenti al centro, finalmente!
Quali sono le domande più frequenti a cui tu e il tuo team vi siete trovati a rispondere negli ultimi, frenetici, giorni post decreto?
I genitori e i docenti medi italiani non hanno grandi competenze digitali. Le domande più frequenti, dettate da inesperienza digitale e da lettura superficiale delle istruzioni, sono: “Quale è la differenza tra Registrati e Accedi?
Come recupero la password? Dove devo inserire il Codice Classe?”. Inoltre, forse per timidezza, raramente mi fanno domande importanti come: “Redooc.com potrebbe sostituire i libri di testo?”, “Avete materiale specifico per DSA?”,
“Posso contribuire alla creazione dei contenuti?”. La strada è ancora lunga per l’education online!
Ci aiuti a dire qualcosa alle mamme e ai papà preoccupati per gli effetti collaterali che questo periodo di stop avrà sulla formazione dei loro ragazzi?
Questa situazione è una grande occasione anche per noi genitori, spesso iperprotettivi, di dare ai nostri figli lo spazio e il tempo per organizzarsi, con senso di responsabilità e indipendenza. Lasciamo ai nostri figli l’opportunità di imparare a gestire il tempo e l’organizzazione delle attività. Lasciamo ai nostri figli l’opportunità di sbagliare!
I nostri figli sono più bravi di noi con la tecnologia e il digitale, lasciamoli fare, sperimentare. Questa situazione è una grande occasione anche per noi, per imparare a continuare ad imparare, anche dai nostri figli. Ripeto spesso che la nostra generazione (di genitori e insegnanti) è la prima che non può dirsi né più intelligente né più saggia della generazione successiva.
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Scuole chiuse: docenti, alunni e famiglie erano pronti al grande salto? ultima modifica: 2020-03-16T04:50:07+01:00 da