di Gianna Fregonara, Il Corriere della sera, 26.10.2020.
Scuole superiori, didattica a distanza per il 75 %. Azzolina: ma elementari e medie restano in presenza. Università: non cambia niente. Concorso, si va avanti. I dubbi sui tempi per tornare alla normalità.
La linea del governo nel giorno in cui si appresta a lasciare a casa da scuola ogni giorno almeno due milioni di adolescenti si attesta sulla difensiva: «Tutti i bambini di elementari e medie avranno lezioni in presenza», ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a «Che tempo che fa» promettendo che in questo mese in cui gli studenti delle superiori saranno invece per tre quarti a casa – il Dpcm prevede almeno il 75 per cento delle lezioni a distanza – «si prenderanno provvedimenti per i traporti e tamponi che permetteranno di ridurre la quota di Dad». Non c’è nessuno infatti che difende la didattica a distanza in dosi così massicce: «Lo abbiamo già visto nei mesi passati: didattica a distanza e scuola in presenza non sono la stessa cosa», ammette la viceministra Anna Ascani. A protestare per la nuova soglia di lezioni a casa per le superiori sono i presidi: «Le soluzioni rigide non sono funzionali, i singoli istituti devono poter decidere. – attacca Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione presidi – Non si può imporre dall’esterno una percentuale rigida come il 75% in Dad non corrisponde alle esigenze dei singoli bacini di utenza».
Il compromesso
La nottata di trattativa tra governo e Regioni ieri mattina si è conclusa con un compromesso: il premier Giuseppe Conte ha ottenuto di poter dire di non aver chiuso del tutto le scuole superiori, le Regioni hanno ottenuto mano libera per arrivare anche fino al 100 per cento di lezioni a distanza, come avevano già previsto Lombardia, Campania e Sicilia. La formula della mediazione contenuta nel Dpcm è: «Le istituzioni scolastiche di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari ad almeno il 75 per cento dell’attività». Oltre alle lezioni a distanza i presidi dovranno organizzare gli ingressi non prima delle 9 e potranno ricorrere anche a turni pomeridiani.
Tempo fino a martedì
Università: nessun cambiamento
Non cambia invece sostanzialmente niente per le Università purché si adeguino alle linee guida di agosto e tengano conto «del quadro pandemico territoriale». Nulla è previsto per i concorsi (quello straordinario della scuola è già cominciato) che potranno dunque svolgersi secondo i programmi. Le regole restrittive restano in vigore fino al 24 novembre, ma non è chiaro nonostante gli auspici di Azzolina come nel frattempo si risolvano le difficoltà strutturali che non erano state affrontate nei mesi estivi. Per questo neppure da viale Trastevere possono promettere che effettivamente prima di Natale si torni ad un numero maggiore di ore in classe: tutt’al più se ne riparla nel 2021.
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Scuole e nuovo Dpcm, da domani alle superiori casa due milioni di adolescenti: le nuove regole ultima modifica: 2020-10-27T04:24:29+01:00 da