di Vincenzo Pascuzzi, Qui non si banna! / Te deum / Scuole private paritarie / Vaticanerie, 2.10.2020.
Alcune considerazioni con riferimento al recente articolo di A.M. Alfieri apparso su TdS “La scuola del futuro: una scuola per tutti. ….”
Alcune divergenze
Mentre la suora “pasionaria” A.M. Alfieri continua a rivendicare il “costo standard” e a sparare alzo zero conto Governo e Ministra dell’Istruzione, ma non si sa a quale titolo e per conto di chi (Cei, Cism, Usmi o altri?), al contrario la laica consacrata Virginia Kaladich, Presidente Fidae, plaude a Governo e Ministra! Infatti – in data 17.09.2020 – possiamo leggere “La Federazione Istituti Di Attività Educative (FIDAE), plaudendo a quanto fatto finora dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina” anche se poi aggiunge “non nasconde però preoccupazioni per il prossimo anno scolastico” (v. “Ripartenza e scuole paritarie: i problemi che non si vogliono vedere”)..
Quindi divergenza tra Alfieri e Kaladich sull’operato di Governo e Ministro, ma anche sulla ripartenza delle scuole paritarie: già avvenuta con successo secondo Alfieri, ancora con alcuni problemi secondo Kaladich.
Una scuola d’élite
Non risulta, o non è condiviso e comunque non è dimostrato, che la scuola statale di oggi sia “una scuola d’élite”; al contrario, c’è chi pone la domanda “Le scuole cattoliche si sono trasformate in scuole per ricchi?” e lo fa in base a quanto emerge dal terzo monitoraggio “La qualità della scuola cattolica”, pubblicato a gennaio 2020 dal Centro Studi per la Scuola Cattolica (CSSC-CEI).
“Parola ai numeri”
Non risulta affatto che ““Il Covid ha (abbia) dimostrato che la scuola statale non è ripartita”.
Bene “parole ai numeri”, ma questi devono essere certi, o almeno affidabili e condivisi; in particolare non risulta dimostrata l’affidabilità dei costi per allievo indicati: 8.500 euro per le statali e 5.000/5.500 euro per le paritarie (pudicamente affiancati da un sibillino punto interrogativo) , né la loro comparabilità.
Le scuole paritarie non sono tenute a istituire scuole “per tutti gli ordini e gradi”, ma possono scegliere il tipo di scuole e la loro localizzazione (2/3 delle paritarie sono scuole dell’infanzia; massiccia la loro presenza nel Nord Italia più ricco); le paritarie pagano meno (20%) il personale docente e ata, utilizzano circa il 9% di prestazioni volontarie (?!) e magari hanno anche altre facilitazioni economiche non note o che non risultano.
Sui costi indicati (8.500 euro e 5.000/ 5.500 euro) vedere anche la recente nota pubblicata da TdS: “Scuole private paritarie: ma quanto (ci) costano?”.
Costo standard
È diventato un mantra, un chiodo fisso, forse un’ossessione per qualcuno/a; ma dopo i 300 mln del Decreto Rilancio, per le necessità contingenti dovute al coronavirus, non è realistico riproporlo in quanto ha carattere strategico, è vietato dalla Costituzione, non ha numeri in Parlamento, né fra i cittadini elettori e richiederebbe al bilancio statale ben 6 miliardi euro (altro che l’illusione o balla del risparmio di 17, 10 o 7 miliardi). Tra l’altro il D.M. Fedeli, n. 917/22.11.2017, già congelato dall’ex Ministro Bussetti, decade allo scadere dei 3 anni, cioè il 22.11.2020.
Omissis ovvero la strage mancata
Infine, solo un cenno alla strage di scuole paritarie annunciata e gridata per mesi; alla fine politici e Governo ci hanno creduto (oppure hanno finto o concordato di crederci) e così sono venuti i 300 mln. I fatti ora testimoniano l’esagerazione, il bluff o l’inganno: hanno chiuso 102 scuole invece di 4.000, solo 4.016 alunni da ricollocare invece di 300.000, 34.136.000 euro invece di 2,4 miliardi (tutti dati di provenienza dalle stesse paritarie. Puntualmente come previsto (v. “Il bluff delle 4.000 scuole paritarie”)..
Su questo argomento, la suora pasionaria omette, sorvola, non ne parla, fa la gnorri.
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Scuole paritarie: tra omissis, déjà vu e alcune divergenze
ultima modifica: 2020-10-03T05:32:26+02:00
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