Scuole sicure? Molti sono certi che le scuole sono ambienti protetti. Altri sono di parere contrario. L’importanza dei dati che al momento sono pochi. Preoccupa la percezione che gli insegnanti hanno di questo annus horribilis.
Scuole sicure? E’ la domanda intorno alla quale ruotano molti dibattiti, dichiarazioni e articoli di giornali.
Ho l’impressiobne che ognuno sostenga una tesi per fini estrinseci. In altri termini, non si resta dentro i criteri della metodologia della ricerca (analisi descrittiva e diagnostica dei dati…). Questi sono impossibili da evidenziare in un articolo di giornale, che deve rispondere al criterio della sintesi e della facile leggibilità del contenuto. I riferimenti alla fonte (ricerca) sono inevitabilmente ridorri al minimo. E’ il caso dell’articolo di F. Bechis (“Il Tempo”, 12 novembre) che si limita a citare il bollettino di sorveglianza sul virus, giungendo a conclusioni di parte. Si legge, infatti:”La maggiore crescita dei contagi del virus da fine agosto ad oggi è stata quella nella fascia di età da zero a 19 anni, e quindi nella popolazione scolastica (a cui andrebbero aggiunti ovviamente insegnanti e personale non docente). Lo certifica il bollettino di sorveglianza sul virus pubblicato ieri mattina dall’Istituto superiore di Sanità, che conteggia nella fascia scolastica fino a 19 anni il 7 novembre scorso 102.419 contagi, che il 25 agosto erano soltanto 9.544. La crescita quindi è stata del 1.073,10%, la più alta assoluta nella popolazione italiana.”
In altri casi si afferma la tesi delle scuole sicure, senza aggiungere altro. E’ il caso del coordinatore del Cts A. Miozzo:”Il rischio all’interno della scuola oggi è sicuramente inferiore che all’esterno“.
Cito, infine, la Ministra L. Azzolina che continua a sostenere la tesi che le scuole sono sicure, basandosi sulla percentuale dei focolai, Questi nulla dicono sul numero assoluto dei contagi. Infatti i focolai possono essere costituiti da uno, venti, cento contagi…
L’altro giorno è stato proposto un dibattito” Le scuole sono veramente sicure?” organizzato da OrizzonteScuola, portale con il quale colalboro.
Con estrema sincerita A. Viola ed E. Bucci, hanno dichiarato che i dati non esistono in modo significativo. In altri termini sono pochi e quindi non in grado di supportare qualunque ipotesi.
Il loro studio, risulta parziale e basato sui dati faticosamente reperiti da E. Bucci.
Se ne deduce che il rapporto della scuola con i contagi è ancora vago, poco chiaro.
E questo spiega la percezione di insicurezza espressa da molti docenti. Sono impauriti, spaesati. Hanno la sensazione di essere “carne da macello“. Percepiscono la condizione di solitudine di fronte alla gestione quotidiana dell’emergenza sanitaria, dovuta anche all’assenza dei sindacati che sono distratti da altro. Si percepiscono trasparenti. Raramente, infatti si parla di loro quando si affronta il tema delle scuole aperte, dimenticando che il 40% del personale scolastico rientra nella categoria della “persona fragile” e quindi maggiormente esposti al contagio. Rischio aumentato dalla dotazione delle mascherine chirurgiche o altruistiche (proteggono solo gli altri) e dalla presenza ancora di classi pollaio…
Pessimi segnali per una scuola che deve vivere questo annus horribilis!
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Scuole sicure? Il problema dei dati ultima modifica: 2020-11-20T16:48:11+01:00 daIl Sole 24 Ore, 17.5.2024. Il prof, ora candidato alle elezioni europee con Avs, avrebbe…
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