di Gianna Fregonara, Il Corriere della sera, 20.4.2021.
L’incontro con le Regioni: spunta l’ipotesi di un incremento graduale delle presenze a seconda delle zone. Tutte le quinte superiori in classe.
Cominciare il 26 aprile con almeno il 60 per cento degli studenti per arrivare appena possibile al 100 per cento. E’ questa la proposta di mediazione che la ministra Maria Stella Gelmini ha portato al tavolo delle Regioni, dove ha discusso insieme ai ministri Giovannini e Bianchi delle riaperture delle scuole superiori e che è contenuta nell’ultima bozza del decreto in preparazione.
Verso l’accordo
Questa proposta mette d’accordo tutti. I tempi per mettere a regime il sistema dei trasporti e delle scuole superiori per riaprire in pochi giorni a tutti gli studenti sono troppo stretti. Lo avevano detto i presidi, i sindacati e anche i governatori nei giorni scorsi. Nel pomeriggio le Regioni avevano messo a punto una loro proposta: prevedere – nel decreto – la possibilità per le Regioni di aprire le scuole per il 50-100 per cento degli studenti, ampliando la forbice che era prevista (50-75 per cento) nel decreto ancora in vigore per il mese di aprile.
«Tendere al 100 per cento»
Dopo l’annuncio del premier Mario Draghi di voler riportare tutti gli studenti almeno per le ultime settimane in classe insieme, si sono susseguite proteste e dubbi dal mondo della scuola per le condizioni oggettive di rischio per la ripresa. Ma nella riunione governo regioni il clima è stato costruttivo: «Tenderemo al 100 per cento » ha detto Gelmini, alla presenza anche della ministra dell’Interno Lamorgese che dovrà passare ai prefetti le indicazioni per organizzare servizi e trasporti nelle singole province in vista di lunedì prossimo. «Il nostro obiettivo è di arrivare ad avere tutti in classe il prima possibile». Ma per lunedì si potrebbe partire dal 60 per cento, un po’ di più di quello che succede oggi, nelle regioni gialle e arancioni. Nelle regioni rosse invece, come anticipato nei giorni scorsi, la presenza per le superiori sarà tra il 50 e il 75 per cento massimo. Tutte le altre classi vanno invece comunque a scuola. Del resto nelle riunioni tra governo e prefetti che si sono svolte nel primo pomeriggio erano emerse le criticità degli spazi nelle scuole e dei trasporti e la proposta di «assicurare uniformità garantendo il 100 per cento della presenza per tutte le quinte classi». Ai prefetti infatti i Comuni chiedono – attraverso il presidente dell’Anci Antonio Decaro – di «misurare la percentuale di studenti che può partecipare alle lezioni in presenza sostenibile sotto il profilo dei trasporti per evitare poi una precipitosa retromarcia quando si verificassero condizioni di sovraffollamento».
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