Se gli adolescenti studiano su YouTube

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di Andrea Daniele Signorelli,  La Stampa 26.9.2018

Altro che libri di testo, la maggior parte dei giovanissimi
sfrutta le nuove piattaforme digitali a fini educativi.

Secondo una recente ricerca di Pearson Education , il 59% dei ragazzi tra i 14 e i 23 anni utilizza YouTube per studiare e lo considera lo strumento di apprendimento preferito. Questa tendenza è già in atto da parecchio tempo ed è diffusa anche tra i millennials (19-36 anni), ma si sta consolidando ogni anno che passa.

Il 55% degli appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, infatti, ritiene che YouTube abbia contribuito alla loro educazione (contro il 40% dei millennials), giustificando in questo modo anche il tantissimo tempo trascorso sulla piattaforma (il 55% vi passa oltre tre ore al giorno, contro il 22% dei fratelli maggiori). Tutto questo, inevitabilmente, va a scapito dei tradizionali libri di testo; segnalati tra i “metodi preferiti di studio” solo dal 47% degli adolescenti e ormai raggiunti dalle app educative e dai giochi interattivi.

L’unico metodo di apprendimento non digitale in crescita è lo studio di gruppo, tra i sistemi preferiti dal 57% dei giovanissimi. La ricerca, condotta tra 2.500 studenti statunitensi dai 14 anni in su, potrebbe impensierire chi ritiene che i libri siano sempre e comunque il miglior strumento educativo e ancor più chi vede in YouTube una piattaforma pericolosa, a causa dei contenuti spesso non adatti ai più giovani (anche nei casi in cui sono rivolti proprio a loro ) e perché popolata da innumerevoli video che promuovono le più assurde teorie cospirazioniste.

Eppure, l’ascesa di YouTube come strumento educativo – soprattutto considerando che l’85% dei giovanissimi utilizza questa piattaforma più di qualunque altro social network – era in un certo senso inevitabile. Dalla nascita nel 2005, il servizio di video-streaming si è gradualmente popolato di tutorial, video educativi sulla storia o la scienza e, sempre di più, di vere e proprie lezioni; inserite nei canali creati dalle stesse scuole o dai professori.

Nonostante lo studio sia stato condotto negli Stati Uniti, la stessa tendenza è evidente anche in Italia. Ai canali commerciali e di intrattenimento – come Scienziati subito o Storici subito – se ne sono affiancati numerosi gestiti direttamente da professori di liceo che offrono vere e proprie lezioni. Uno dei più noti è LessThan3Math , curato dal professore di liceo Elia Bombardelli e dedicato alla matematica. In questo caso, di intrattenimento ce n’è ben poco: le lezioni spaziano dalle funzioni goniometriche, alle equazioni di secondo grado e via calcolando. E tanto meno si tratta di un canale polveroso con poco seguito: gli iscritti hanno raggiunto quota 180mila; mentre i video più cliccati hanno numeri che non sfigurano davanti ai più noti youtuber (uno studio di funzione, per esempio, ha superato le 600mila visualizzazioni).

Non è un caso isolato: un altro professore di matematica con un vasto seguito è Carlo Incarbone (30mila iscritti); mentre Vincenzo Panzeca aiuta gli studenti in difficoltà con il latino e Oneira si è a lungo occupato di fisica (prima di dedicarsi a temi più leggeri). È ancora presto per approfondire i pro e i contro di questi nuovi metodi di studio; quel che è certo è che, prima di sgridare vostro figlio per aver passato tutto il pomeriggio su YouTube, dovrete verificare che non stesse semplicemente studiando.

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Se gli adolescenti studiano su YouTube ultima modifica: 2018-09-30T04:41:55+02:00 da
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