TuttoscuolaNews, n. 769 del 20.6.2016
– Non è trascorso molto tempo da quando il preside Livio Bearzi è stato scarcerato. Il 23 dicembre 2015 il Presidente della Repubblica Mattarella, sollecitato anche da numerose petizioni promosse tra gli altri dal III istituto comprensivo di Udine e da organismi rappresentativi del sistema educativo, disponeva gli arresti domiciliari e l’affidamento in prova ai servizi sociali dell’unico condannato per la tragica morte di tre giovani studenti e per il ferimento di altri due, drammi causati dal crollo del Convitto Nazionale Domenico Cotugno de L’Aquila nel corso del terremoto del 6 aprile 2009. Ricordiamo: la condanna emessa dalla Cassazione con sentenza definitiva è stata di quattro anni di reclusione per omicidio colposo e di cinque anni di interdizione dai pubblici uffìci; sono stati contestati al preside la non adeguatezza sotto il profilo della sicurezza del vecchio edificio del Convitto e, soprattutto, l’ assenza di un piano di sicurezza che avrebbe prev isto l’evacuaz ione in caso di necessità.
Drammatiche vicende come questa generano timori e preoccupazioni che mettono a dura prova la capacità del dirigente scolastico di assumere la responsabilità di tutore della sicurezza in ambito scolastico.
Tuttoscuola da molto tempo, ultimi gli interventi nel numero della rivista di Aprile/n. 561, Maggio/n. 562 e Giugno 563, oltre che nel TuttoscuolaFOCUS n. 611/762, sottolinea la forte preoccupazione che vivono i dirigenti scolastici che sono chiamati ad occuparsi di sicurezza nei diversi segmenti della realtà scolastica.
.
Sicurezza a scuola/1: dirigenti scolastici senza scudo ultima modifica: 2016-06-20T05:29:43+02:00 da