Riforma

Silvio Berlusconi e la scuola: dalle tre i ai maxi-tagli

 

Silvio Berlusconi se ne è andato: dopo una serie di ricoveri, l’ex premier è venuto a mancare lunedì 12 giugno all’età di 86 anni.

Durante i quattro governi Berlusconi, il mondo dell’Istruzione è stato stravolto: soprattutto nel secondo e terzo governo con le riforme legislative con a capo la ministra dell’Istruzione prima Letizia Moratti. E poi con l’ultimo Esecutivo, con responsabile dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.

Ne parliamo in diretta con il direttore e il vice direttore della Tecnica della Scuola, Alessandro Giuliani e Reginaldo Palermo.

Con il primo governo Berlusconi – dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995 – viene bloccata la legge con la quale si dà delega al Governo di dare autonomia amministrativa (la cosiddetta Legge Enrico Bassanini), anche in campo scolastico. Il ministro dell’Istruzione è Francesco D’Onofrio. Nel 1997, con la nuova legislatura e il governo Amato, viene approvata la Legge 59 sulla riforma della PA, sempre sull’autonomia delle scuole, che entrerà in vigore nel 1999 (Dpr 275/99).

Il secondo governo di Silvio Berlusconi è quello più lungo – va dal 10 giugno 2001 al 23 aprile 2005 – ed è contrassegnato dall’abrogazione della Legge 30 del 2000 di Berlinguer (la riforma dei cicli, con la scuola primaria di 4 anni e la media di 3): viene approvata la Legge (delega) 53 del 2003, dalla quale nasce la riforma Moratti che ha come base le famose “tre i”, con più internet, più impresa, più inglese (con l’insegnamento dell’inglese e dell’uso del computer già in prima elementare). Si dà attuazione, in particolare, alla riforma della primaria. In quegli anni si dà anche la possibilità di accesso alla scuola dell’infanzia a 2 anni e mezzo e alle elementari a 5 anni e mezzo. Si creano le condizioni per cancellare l’esame di quinta primaria. Da non dimenticare anche che la riforma Moratti prevedeva l’introduzione della figura del docente tutor e del portfolio nelle scuole del primo ciclo, ampiamente osteggiate dai sindacati.

Dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006 abbiamo il terzo governo Berlusconi, con le elezioni vinte su Romano Prodi vinte dal Centro-Destra di stretta misura sulla coalizione di Centro-Sinistra guidata da Romano Prodi: si dà applicazione alla Legge Moratti. Si dà attuazione e viene portata a compimento la riforma Moratti, con l’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro.

L’ultimo governo Berlusconi – dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 – è invece contrassegnato da Maria Stella Gelmini, con i forti tagli alla scuola: con il cosiddetto “dimensionamento”, il ministro Giulio Tremonti risparmiò qualcosa come 8 miliardi di euro di soldi pubblici. Furono cancellati oltre 2 mila istituti, decine e decine di migliaia di cattedre e di posti come Ata. Furono aumentati i parametri per la formazione delle classi, ridotte le compresenze nella scuola primaria, anche il maestro specialista di inglese alla primaria venne meno. Complessivamente, vi fu anche una riduzione del tempo-scuola.

Durante quegli anni si crearono anche le condizioni per il ritorno del voto numerico, al posto dei giudizi, nella pagella della scuola primaria. Le discipline di storia, geografia e scienze perdono ore settimanali d’insegnamento.

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Silvio Berlusconi e la scuola: dalle tre i ai maxi-tagli ultima modifica: 2023-06-12T13:39:27+02:00 da

Gilda Venezia

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