Sostegno, se mancano le stabilizzazioni gli specializzati vanno su posto comune per non restare precari

di Fabrizio De Angelis, La Tecnica della scuola  11.12.2017

– Lo scorso 6 dicembre, la ministra Fedeli ha partecipato al Question Time, rispondendo all’interrogazione della deputata Eleonora Bechis, che ha chiesto alla Ministra spiegazioni in merito ai posti vacanti di sostegno e come si intende ovviare, in tempi brevi, a questo disagio che va a ledere gravemente il principio di continuità didattica”.

La ministra, ha individuato una delle cause più importanti della carenza di docenti di sostengo nel fatto che molti docenti specializzati, decidono di spostarsi su posto comune, lasciando scoperte le cattedre a loro riservate. Ma le cose stanno veramente così?
In realtà, andando ad esaminare la situazione dei posti di sostegno in Italia, ci si accorge che la realtà è piuttosto differente, o comunque presenta delle situazioni non contemplate dal Ministro dell’Istruzione.

I docenti specializzati, vincitori di concorso non sono ancora stabilizzati

Bisogna infatti ricordare che, specie al Centro-Sud, centinaia di docenti di sostengo specializzati hanno vinto il concorso 2016, ma non sono ancora stabilizzati.
A tal proposito, il MISoS (Movimento insegnanti di sostegno specializzati) riporta i dati regionali in merito agli insegnanti specializzati che ancora attendono la stabilizzazione: nel Lazio sono 250 i docenti di sostegno vincitori concorso sostegno scuola primaria ancora non stabilizzati, 39 nella scuola nella secondaria II grado.
In Campania invece, sono 75 i vincitori della scuola secondaria II grado che aspettano ancora, oltre agli idonei fantasma, che vede 167 docenti per l’infanzia, 388 primaria e 67 per la scuola superiore;
Per la regione Toscana, il movimento fa notare che ci sono ancora 67 vincitori nella scuola superiore, mentre in Umbria i non stabilizzati sono 29 nella scuola primaria,
In Puglia, invece, i non assunti sono 124, tutti idonei fantasma che mancano alla scuola dell’Infanzia.

GaE e cattedre in deroga

Il numero di docenti di sostegno con specializzazione che non possono coprire le cattedre spettanti aumentano se si considerano anche i precari della GaE e delle graduatorie di istituto.
A questa situazione bisogna aggiungere le 40mila cattedre in deroga, ovvero stiamo parlando di supplenze fino al 30 giugno, cattedre destinate a supplenze e che costringono tutti gli insegnanti precari di sostegno a cambiare ogni anno sede scolastica.

Calcolare il reale fabbisogno dei docenti di sostegno

Il ministro Fedeli parla quindi di 10mila posti in organico di diritto destinati al sostegno. “Peccato che la ministra non specifichi dove sono presenti, commenta il presidente MISoS Ernesto Ciraci: è risaputo come la richiesta di docenti sia maggiore al Nord che al Sud; in regioni come la Lombardia, il Veneto e il Piemonte, la disponibilità di personale è inversamente proporzionale al fabbisogno, e le segreterie scolastiche fanno fatica a reclutare docenti specializzati sul sostegno”.

Da qui, l’incongruenza presente fra il numero dei posti destinati dalle diverse Università italiane ai nuovi docenti specializzandi del III ciclo e l’effettivo fabbisogno regione per regione.
Infatti, fa notare ancora Ciraci, non si spiega il criterio di assegnazione del numero dei posti riservati alle specializzazioni: Infatti, i 200 posti banditi per il Piemonte, 270 per il Veneto, i 310 per l’Emilia Romagna risultano assolutamente irrisori e insufficienti, specie se confrontati con le cifre previste per il Sud: basti pensare che solo le Università del Molise hanno bandito ben 370 posti, più di quelli di una regione geograficamente estesa come l’Emilia Romagna; le Università campane hanno selezionato 1150 docenti, e quelle siciliane addirittura 1185. Quindi, dati alla mano, non sembra esserci alcuna coerenza.

Docenti di sostegno passano alla comune? Dopo 2 anni i vincitori di concorso vorrebbero anche lavorare…

Infine, bisogna anche considerare che le immissioni in ruolo non sono uguali per tutte le regioni e che si può aspettare anche anni prima di essere assunti. Come nel caso dell’Umbria, che a 2 anni dal concorso 2016, ha visto assunti solo 4 insegnanti di sostegno, mentre gran parte degli altri vincitori sia sulla comune che sul sostegno hanno dovuto scegliere il posto sulla cattedra comune per mancanza di posti in organico di diritto, a fronte anche, di 916 cattedre in deroga.
A titolo di esempio, c’è la testimonianza di Angelica Mariotti, assunta lo scorso settembre su posto comune ma specializzata sul sostegno: “Siamo vincitrici di concorso nella provincia di Perugia e siamo entrare in ruolo lo scorso agosto. Per tutti il coronamento di un sogno, l’inizio di una carriera e la fine del tanto sofferto precariato. Per molte di noi, però questo ruolo ha l’amaro in bocca. Siamo insegnanti specializzate sul sostegno e siamo di ruolo alla comune. Perché? La risposta è chiara e ha dell’assurdo: ZERO  assunzioni su posti di sostegno scuola primaria, 45 invece su posto comune. Nonostante il bisogno sempre crescente di docenti specializzati per alunni con disabilità, questi sono stati i numeri delle assunzioni in ruolo per la nostra provincia. Le poche specializzate si sono trovate, così, difronte ad una scelta obbligata. Avendo vinto meritatamente entrambi i concorsi, sono state chiamate per il posto comune, abbandonando con dispiacere il lavoro di insegnanti di sostegno, che è stato ricoperto, come sempre o peggio di sempre, da supplenti non specializzate (senza nulla togliere ai docenti in questione). Supplenti che cambiano in continuazione, ogni anno, quando la CONTINUITA’ è un diritto di tutti gli alunni, in modo particolare di quelli con disabilità. Lo dice la legge..non noi”.

Quindi, le parole della ministra, purtroppo, non sembrano toccare la totalità dei fatti. Se molti hanno scelto di andare sulla comune è perché i posti in organico di diritto mancano.
Forse è meglio allora rivedere i piani, come per i posti in deroga, assegnati troppo spesso a docenti privi di specializzazione.
Forse è meglio pianificare i corsi di specializzazione in base al fabbisogno territoriale. Tutto questo, ovviamente, anche e soprattutto per la continuità didatticaper gli alunni disabili, unico vero obiettivo che dovrebbero avere ministero e insegnanti.

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