Alberto Volponi, il Ponte, 28.10.2025
La colpa? Uno studio dellʼUniversità Bicocca su 6.600 studenti rivela che chi apre un profilo social in prima media ottiene punteggi significativamente più bassi nei test Invalsi rispetto a chi attende 14 anni.
Nel 2024, in Italia, il 40% circa degli studenti delle classi III delle scuole medie, stando agli ultimi dati Invalsi (sistema nazionale di valutazione) non raggiungeva una competenza alfabetica adeguata, mentre il 44,4% aveva deficit in matematica. Un netto peggioramento rispetto ai risultati ottenuti nel 2019, quando le percentuali di non adeguatezza erano rispettivamente del 35,2% e del 39,6%.
Cosa vuol dire non raggiungere una competenza alfabetica adeguata?
Non riuscire a “comprendere, esprimere, creare e interpretare concetti, sentimenti, fatti e opinioni, in forma sia orale sia scritta, utilizzando materiali visivi, sonori e digitali attingendo a varie discipline e contesti”. In forma più brutale: non capire quello che si sta leggendo e non riuscire a riportare ed esprimere fatti e situazioni in modo appropriato. La competenza matematica è invece la capacità “di sviluppare e applicare il pensiero e la comprensione matematica per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane”.
Colpa dei social?
Rispetto ad altri Paesi UE non siamo neppure i peggiori e in matematica ce la battiamo con Germania e Francia.
Il che è tutto dire. In ogni modo, tutta l’UE registra un peggioramento per entrambe le competenze, scrive l’Osservatorio sui conti pubblici italiani (Ocpi). Quali le cause?
Secondo alcuni analisti, le spiegazioni possono essere l’aumento della povertà dopo la crisi finanziaria del 2008, la crescita dei flussi migratori e l’uso improprio della tecnologia a scuola (come smartphone e tablet).
Uno studio dell’Università Bicocca su 6.600 studenti rivela che chi apre un profilo social in prima media ottiene punteggi significativamente più bassi nei test Invalsi rispetto a chi attende 14 anni. Sul tema il confronto è acceso. Ma questi dati devono far riflettere.
Quello che accade in Italia lo ritroviamo anche dalle nostre parti. E gli esiti non sono meno preoccupanti: nel 2024, non capisce quello che legge il 35,6 % degli studenti della provincia di Rimini (32,1 % delle donne e ben 39% dei maschi), con un peggioramento di quasi otto punti percentuali sul 2019. La media regionale è ancora più negativa. Ed esiti ancora peggiori arrivano per la comprensione dei numeri, dove il 37,9 % non sa risolvere un problema elementare (le donne il 42,8 % a fronte del 32,9% dei maschi), arretrando di circa sette punti i risultati del 2019. Siccome gli studenti delle III medie provinciali sono poco meno di 10.000, vorrà dire che, alla fine del percorso scolastico poco meno di 4.000 non avranno acquisito una formazione alfanumerica adeguata. Non è un risultato di cui andare particolarmente fieri.
Certo parlare di economia della conoscenza, oggi,
in verità se ne discute meno, con studenti, che saranno la futura forza lavoro, che invece di acquisire maggiori competenze ne capiscono sempre meno è un compito piuttosto arduo. Una situazione che cozza con la domanda, da parte delle imprese, almeno le più avanzate, di figure professionali sempre meglio formate. Una condizione per essere e restare competitivi, in Italia e nel mondo.
La scuola, a partire dal Ministro in carica, ricordando che l’Italia è il paese che spende meno per l’istruzione in Europa ed ha il minor numero di giovani laureati (32 contro una media UE di 48 ogni cento giovani 25-34 anni), dovrebbe interrogarsi su questo invece di dedicare tempo e spazio a un manipolo studenti che, sapendo già di essere promossi, hanno fatto scena muta agli esami di maturità.
Questa è la non brillante situazione dei giovani. Che non cambierà con l’avanzare dell’età se è vero che il 35% della popolazione italiana è analfabeta funzionale. Vuol dire che non comprende quello che legge o ascolta. Soprattutto se un testo è lungo. Non vorremmo che a qualcuno facesse comodo così.
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Studenti sempre più “ignorantiˮ ultima modifica: 2025-10-28T12:02:42+01:00 da

