di Rosalba Sblendorio, Studio Rando Gurrieri, 13.6.2019
– Nella notte firmato il decreto, assunzione per 24mila, riserva per il 50% nel concorsone –
I precari della terza fascia in quelle condizioni erano circa 55 mila, l’assunzione nei ruoli scolastici avverrà per il 40% degli stessi. Il L’accordo è stato firmato ieri sera alle 21,30 dal ministro e dai segretari del settore scuola dei sindacati confederali (più Snals e Gilda).
Cerchiamo di capire il contenuto dell’accordo. Requisito per poter beneficiare dei suoi contenuti è aver insegnato per un triennio nel corso degli ultimi otto anni in una scuola pubblica o in un istituto paritario. Tutti i docenti in possesso di questi requisiti potranno conseguire l’abilitazione mediante una sorta di sanatoria, e quindi approssimarsi ad una stabilità lavorativa. Le modalità per raggiungere questi obiettivi, sono sostanzialmente due. I docenti precari, così definiti, potranno accedere ad un percorso abilitante che consentirà loro di accedere dalla terza alla seconda fascia con possibilità molto maggiori di poter conseguire il ruolo man mano che si libereranno dei posti. Ma non si tratta di aspettare, perché tutti i docenti che attraverso queste modalità conseguiranno ope legis l’abilitazione potranno intanto insegnare in una scuola paritaria. Secondo la nuova normativa, appena definita, non ci saranno prove da sostenere per conseguire l’accesso, ma soltanto titoli precostituiti attraverso i quali potranno essere conseguiti i punteggi certi. Tra i titoli che saranno considerati maggiormente e conseguentemente premiati con punteggi più alti l’anzianità, ovviamente non quella anagrafica ma quella legata al servizio prestato, e il grado di istruzione, cioè, tecnicamente, i titoli scolastici ed accademici oltre a quelli formativi. Nient’altro. Semplicemente, al termine della valutazione dei titoli, una sorta di colloquio di idoneità. Non un vero e proprio esame, ma una prova sostanzialmente attitudinale con l’obbligo di presentare una tesina.
I percorsi formativi abilitanti saranno attivati dal ministero, che a questo scopo interpellerà istituti universitari disponibili. Ad essi potranno accedere, anche se ad altri fini, i docenti di ruolo e i dottori di ricerca. I Pas dovrebbero essere attivati invece, ai fini della messa a regime e della definizione di quanto previsto nel decreto, per almeno tre anni.
Ma non si tratta dell’unico vantaggio per i docenti di terza fascia con 36 mesi di insegnamento. All’abilitazione in sanatoria e al conseguimento via via del ruolo, si aggiunge un altro beneficio non certo indifferente. E sì, infatti, potranno partecipare al concorso che sarà bandito nel prossimo autunno per l’insegnamento nelle medie superiori – 48.536 posti – che sarà bandito in autunno, beneficiando di una quota non del 10% ma del 50% sui posti disponibili. ma la quota a loro riservata in questo bando salirà dal 10 al 50 per cento. Questo significa – spiega La Repubblica – che per 24.268 “Terza fascia” non ci sarà preselezione: “i precari entreranno in una graduatoria speciale, differenziata da quella del resto dei candidati (neolaureati e docenti già di ruolo). Per accedere a questa riserva, dei trentasei mesi di supplenza dodici dovranno essere stati spesi nella disciplina per cui si vorrà concorrere”.
“Abbiamo avuto un’attenzione per i 45-50 enni che, con questo concorso, avrebbero potuto perdere anche le supplenze”, sono le dichiarazioni del ministro Bussetti. Questa seconda possibilità – il concorso facilitato – è stata ottenuta per aiutare quei precari che non hanno intenzione di spendere i 3.000 euro per avviare la loro “abilitazione universitaria”.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.