di Sabrina Maestri, Scuola in Forma, 23.10.2025.
Il MIM cerca di risparmiare risorse ma i DS temono disagi. La nuova regola viene criticata da precari, professori di ruolo e ora anche dai DS.
Ha subito creato agitazione la diffusione della nuova regola, contemplata dalla bozza di legge di bilancio 2026, che modifica il funzionamento dell’attribuzione delle supplenze brevi alla scuola secondaria di I e II grado. Ad esserne preoccupati sono innanzitutto i precari, che vedono diminuire le possibilità di lavoro. Anche i presidi però, nelle ultime ore, hanno manifestato malcontento verso questa novità, ritenendo che si possano avere ripercussioni sull’organizzazione scolastica. Vediamo di seguito i dettagli.
Supplenze brevi: i punti sfavorevoli della nuova regola
Se la bozza della legge di bilancio 2026 manterrà questa sua versione cambierà la modalità di copertura delle supplenze brevi alla scuola secondaria. Si prevede infatti che sarà obbligo (e non più mera facoltà) del Dirigente Scolastico di ciascuna scuola garantire la copertura delle ore attraverso l’impiego dell’organico interno (salvo motivate esigenze di natura didattica). In altre parole, gli insegnanti della scuola secondaria dovranno sostituire i colleghi assenti, utilizzando ore di potenziamento o rimodulando l’orario. Il riferimento è alle supplenze per una durata inferiore ai 10 giorni e solo per i posti comuni, non di sostegno, dove tutto resta invariato. Prima di questo cambiamento, che comunque entrerà in vigore con l’approvazione definitiva della Manovra, questa possibilità era solo nelle facoltà dei DS, senza che fosse quindi obbligatorio. L’intento del Ministero sembra essere quello di risparmiare risorse non avvalendosi di docenti ‘esterni’.
Quali conseguenze possono esserci però? “Lo stop alle supplenze brevi affidate ai professori esterni va assolutamente rivisto“. Questo il commento del sindacato dei dirigenti scolastici DirigentiScuola, che a Open ha dichiaratodi non accogliere con favore la nuova previsione in legge di bilancio che va a modificare la normativa della c.d ‘Buona Scuola’.
Roberto Mugnai, vicepresidente nazionale di DirigentiScuola, ha precisato: “All’apparenza può sembrare un cambiamento marginale, ma in realtà è una modifica significativa. È una norma che punta esclusivamente al contenimento della spesa, il che è legittimo, perché il costo delle supplenze esterne è evidente a tutti, ma di certo non migliorerà l’organizzazione scolastica, il servizio offerto né la qualità della didattica. Sono scelte, e tutto dipende dalla direzione in cui si vuole andare. Facendo un esempio concreto: se la scuola deve coprire un docente di storia dell’arte ma in quel momento dispone soltanto di un docente di potenziamento in lettere, toccherà a quest’ultimo sostituirlo. Così la supplenza interna fino a dieci giorni è garantita, ma certamente non si insegnerà storia dell’arte“. Evidente quindi, secondo il sindacalista, l’incidenza sulla qualità della didattica.
Ma questo non sarebbe l’unico aspetto ad essere intaccato. Inevitabile sarebbe anche l’aggravio per i DS e per i docenti, soprattutto in quegli istituti scolastici formati da più plessi, in cui gli insegnanti ‘liberi’ che potrebbero essere utilizzati per le supplenze brevi si ritroverebbero a doversi spostare magari a chilometri di distanza. E questa situazione si potrebbe ripetere più volte nell’arco dell’anno scolastico, considerando che le supplenze brevi sono un fenomeno piuttosto frequente.
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Supplenze brevi scuola secondaria, le nuove regole: ultima modifica: 2025-10-24T05:36:24+02:00 da
