di Gianna Fregonara, Milena Gabanelli e Simona Ravizza, Data Room, 19.4.2021.
Ormai abbiamo capito come funziona: bastoncino infilato nel naso e in gola per il tampone nasofaringeo, che può essere molecolare, in assoluto il più affidabile perché eseguito con analisi in laboratorio (sensibilità media 90%; specificità oltre 99%); oppure rapido fai da te con il risultato in 15-30 minuti (sensibilità variabile tra il 56 e 94%, specificità tra l’88.9% e il 99.3%). Poi c’è il tampone salivare, considerato la soluzione di svolta per la scuola in sicurezza: lo fai da solo a casa succhiando per 2 minuti una spugnetta tipo lecca-lecca o con un piccolo cilindro di cotone da masticare per un minuto, e il laboratorio produce l’esito nel giro di 24 ore. Oltre 140 lavori scientifici eseguiti in Usa, Giappone, Francia, Italia, dimostrano come l’utilizzo di un campione salivare può essere una buona alternativa al test molecolare, e mediamente gli viene riconosciuto un grado di sensibilità fino al 98% e di specificità al 99,9%.
Nella nota tecnica del Ministero della Salute «Test di laboratorio per Sars-Cov-2 e loro uso in sanità pubblica», aggiornata al 23 ottobre 2020, si legge: Allo stato attuale i test rapidi salivari (antigenici o molecolari) sono in fase di valutazione anche in contesti territoriali. Le attuali esperienze pilota permetteranno di raccogliere dati utili per definire le loro indicazioni di utilizzo nel prossimo futuro». L’aggiornamento arriva con la circolare del 15 febbraio (Leggi il documento): «Alcuni test antigenici di laboratorio sono validati anche sulla saliva, pertanto, la facilità di prelievo li rende facilmente utilizzabili per lo screening di ampi numeri di campioni, come per le comunità scolastiche a basso rischio». Dunque, va bene utilizzarli nelle scuole, non resta che stendere i protocolli operativi. Ma fino a oggi al Ministero della Salute di Roberto Speranza non sono stati prodotti risultati.
A metà marzo, Agostino Miozzo, ex capo del Cts, ora consigliere del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, tra le misure da adottare con la riapertura della scuola propone una campagna a tappeto di test: salivari per i più piccoli e antigenici per i più grandi, da organizzare insieme alla Protezione civile. Ma la proposta non supera il vaglio di Palazzo Chigi né della task force del generale Francesco Paolo Figliuolo. Problema: si tratta di organizzare 8 milioni di tamponi da fare in modo capillare scuola per scuola. Ma si prospettano difficoltà di reperimento e diffusione, e di nuovo le Asl segnalano il rischio di intasamento per gestire un numero così alto di test in modo efficace. Si suppone inoltre che possa esserci uno scoglio legale: il test è su base volontaria, ma serve il consenso dei genitori e bisogna stabilire che cosa fare nel caso ce ne sia qualcuno contrario. Sergio Abrignani, immunologo della Statale e membro del Cts, rilancia la proposta: «Li dobbiamo assolutamente fare per mitigare al massimo il rischio, ne abbiamo discusso nel Cts la settimana scorsa: spetta al governo decidere. Ormai i tamponi salivari sono affidabili. È il modo migliore per riaprire le scuole in sicurezza».
Per il rientro dalle vacanze di Pasqua il Comune di Bollate fa un accordo con il dipartimento di Scienza della Salute di Gian Vincenzo Zuccotti e il dipartimento di Scienze biomediche di Elisa Borghi dell’Università Statale di Milano per sperimentare il tampone salivare messo a punto dall’ateneo lo scorso autunno in base al protocollo SalivaDirect della Yale University approvato dalla Fda (sensibilità testata al 94%, specificità al 99%). D’accordo l’Ats di Milano, i medici di famiglia e i pediatri di Bollate, e le associazioni di volontariato (Protezione civile e Croce Rossa). Agli alunni il tampone salivare è stato somministrato in classe mentre alle famiglie viene consegnato un kit con il test sierologico da effettuare a casa e riconsegnare il giorno successivo. Platea potenziale: 4.500 alunni, di cui 1.628 fino a 13 anni già stati testati. Risultato a oggi: 12 positivi. E per loro si sono attivate le procedure di routine. Domani saranno consegnati i kit per il tampone salivare ad altri 700 alunni, e nel giro di un paio di settimane agli oltre 2.000 delle superiori.
In Francia, dove le scuole fino a Pasqua non sono mai state chiuse, da settembre fanno i test rapidi, e da febbraio sono passati a quelli salivari. A fine marzo, sui 300 mila studenti a settimana previsti inizialmente hanno effettuato i test in 250 mila, di cui l’80% salivari.
In Gran Bretagna le aule hanno riaperto l’8 marzo. Nelle prime due settimane gli studenti hanno effettuato 3 tamponi rapidi a scuola a settimana. Dal 21 marzo sono invitati a farli a casa, 2 ogni settimana, forniti direttamente alle famiglie dal governo che ne ha acquistati 57 milioni.
In Germania nei Land della Baviera (Monaco), del Brandeburgo (Potsdam) e di Berlino dal 19 aprile i test antigienici sono obbligatori due volte a settimana: e senza un test negativo insegnanti, studenti e tutor non sono più autorizzati a prendere parte alle lezioni o entrare nelle strutture scolastiche.
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