ROMA – Esami di terza media al via con tutte le novità della Buona scuola. Ma si profila una quota di ragazzini che non arriveranno alle prove, perché non ammessi, simile a quella dello scorso anno. Eppure, nel 2017/2018, si poteva ottenere il lasciapassare per gli scritti anche con qualche insufficienza. Stando ai primi dati, sembra che i docenti non si siano fatti condizionare troppo dalla novità. In questi giorni (gli esami sono partiti in alcune realtà già sabato scorso) si stanno svolgendo i primi esami di terza media riformati dalla legge di voluta dal governo Renzi.
Saranno oltre 560mila, spiega il ministero dell’Istruzione in un comunicato di oggi, gli studenti che si cimenteranno nell’esame conclusivo del primo ciclo scolastico. Ad aprile, l’Invalsi comunicava che quelli impegnati nelle prove di accertamento delle competenze in Italiano, Matematica e Inglese, che da quest’anno non contribuiranno più alla formazione del voto finale ma che rappresentano requisito necessario per l’ammissione, erano quasi 575mila.

In base a questi dati, quest’anno, sarebbero 15mila le ragazze e i ragazzi che i consigli di classe non hanno ritenuto all’altezza di affrontare le prove d’esame. Un dato in linea con quelli degli anni precedenti, quando occorrevano almeno una sfilza di sei per arrivare al cospetto della commissione. In altre parole, anche quest’anno la percentuale di non ammessi agli esami si aggira attorno al 2 per cento. Forse qualcosa in più. Esattamente lo stesso valore pubblicato nel recente focus ministeriale sugli esiti degli esami svolti nel 2016/2017. Confermato anche il trend sugli esiti finali: tutti promossi. Con una percentuale di bocciati ormai residuale: 2 ogni mille candidati, nell’estate del 2017, in calo rispetto all’anno precedente.

Per l’anno in corso, è invece lo stesso ministero a elencarne tutte le novità. “Tre prove scritte, più il colloquio: questo il percorso che dovranno affrontare candidati e candidate. Dopo gli scritti di Italiano, Matematica e Lingue straniere, il colloquio sarà finalizzato a valutare il livello di acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze previsto dalla Indicazioni nazionali, con particolare attenzione alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, di collegamento fra discipline”, spiegano dal Miur. E le commissioni, costituite dagli stessi prof che i ragazzini hanno avuto durante l’anno, terranno conto “anche dei livelli di padronanza delle competenze connesse alle attività svolte nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione”.

I test Invalsi per i ragazzini di terza media, che si sono svolti durante lo scorso mese di aprile, non fanno più parte delle prove finali. E alla fine della kermesse il 94,7 per cento sceglierà una scuola secondaria di II grado. Mentre il 5,3 per cento si dirige verso i percorsi regionali di istruzione e formazione. E il voto finale, spiegano da viale Trastevere, “influisce sulla tipologia di scuola che si sceglie per proseguire gli studi”. I “migliori, (il 94,2 per cento dei promossi con 10 e lode, il 90,9 per cento dei promossi con 10 e l’81 per cento dei promossi con 9 sceglie) scelgono il liceo. Il 45 per cento dei promossi con 6 e il 43,2 per cento dei promossi con 7 sceglie un istituto tecnico. E il 32,8 per cento dei licenziati con 6 e dal 16,3 per cento di quanti hanno ottenuto 7 come voto finale si iscriveranno all’istituto professionale.

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