Tra Albione ed Europa, che fine farà Gaia?

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Astolfo sulla luna, 14.12.2019

– In questi giorni mi è capitato fra le mani un libriccino in edizione scolastica che lessi a salti tanti anni fa: Natalia Ginzburg pubblicò una raccolta di cose scritte fra il 1944 e il 1962 intitolandolo “Le piccole virtù”. Fra di essi un paio di brani in occasione di un suo viaggio in Inghilterra nei primi anni ‘60 del secolo scorso. L’autrice osservava che “L’Inghilterra è bella e malinconica” e puntellava questa affermazione con una serie di annotazioni che è difficile riassumere; comunque per lei gli inglesi mancano di stupore e fantasia. Trascrivo un pezzo: “La civiltà, il rispetto del prossimo, il saper pensare e provvedere alle esigenze dell’uomo … tutto questo è certamente il frutto di un’antica, profonda intelligenza. Pure questa intelligenza non è visibile o sensibile in alcun modo nella gente che passa per strada.”

Ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure oggi, questo popolo che ha governato il pianeta e che ai tempi delle Ginzburg poteva vantare il sistema di welfare più avanzato al mondo, si affida ad un politico dalla geneaologia piuttosto intricata e dagli atteggiamenti ancor più variopinti, il quale ha puntato tutto su “Let’s get Brexit done”. Nelle stesse ore della scelta inglese il Consiglio Europeo adotta il “Green deal” quasi all’unanimità: entro il 2050 le emissioni di gas serra dovranno essere azzerate. Per quel che può valere, uno spiraglio di luce nella impari lotta contro il cambiamento climatico; viceversa, il vincitore delle elezioni britanniche in occasione del recente lancio di una delle tante biografie di Margareth Thatcher, in una cerimonia tenutasi in un’elegante sala presso Westminster nel mentre i partecipanti alla “Extintion Rebellion” londinese bloccava di traffico di Trafalgar Square,  ha sostenuto che la “Lady di ferro” affrontò seriamente la questione climatica molto prima e più efficacemente di Greta e seguaci.

Dunque, il popolo che ha inventato la democrazia parlamentare e liberato più volte l’Europa continentale da regimi più o meno oppressivi continua a considerare ciò che viene da Oltremanica negativo per il proprio benessere e la propria libertà: non ci resta che inchinarci al volere di una nazione profondamente civile, che però, a differenza da quanto poteva notare allora la grande scrittrice italiana, ha smantellato quel sistema in base al quale “Se qualcuno sviene per strada , è tutto previsto. Nel giro di pochi secondi gli viene trovata una seggiola, un bicchier d’acqua e un’infermiera in divisa.” Tanto vale augurar loro di veder realizzate le promesse di questo nuovo acclamato leader.

Per quanto ci riguarda più da vicino, possiamo forse accettare meno malvolentieri la disciplina che la revisione del Mes imporrà al nostro governo, consolandoci con gli impegni che l’Unione Europea, sostenuta da una stramba coalizione “Ursula” che in casa nostra pare avere i giorni contati, sta prendendo sul drammatico fronte del clima. Mentre infatti l’eventuale – ma lasciatemelo dire alquanto improbabile – riconquista dei diritti sociali da parte dei cittadini britannici riguarda chi vota oggi pensando agli anni che gli restano da vivere, viceversa la capacità di tutelare efficacemente l’ambiente riguarda non solo i ragazzi che ancora non possono votare e pensano a quando toccherà a loro guadagnarsi da vivere, ma anche chi, futuro abitante del pianeta, oltre a non votare nemmeno può pensare cosa lo aspetta.

14 dic. ‘19                                                                             Astolfo sulla Luna


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Tra Albione ed Europa, che fine farà Gaia? ultima modifica: 2019-12-14T15:14:28+01:00 da
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