di Carmela Palumbo, Il Sole 24 Ore, 27.3.2019
– La revisione della prima prova dell’esame di Stato (articolo 17, comma 3, del Dlgs 62/2017) è finalizzata ad accertare la «padronanza della lingua italiana» da parte del candidato in modo più efficace rispetto al passato. Con un compito comune a tutti gli ambiti e tutti gli indirizzi.
L’introduzione di due nuove tipologie di prova (l’analisi e produzione di un testo argomentativo e la riflessione critica di carattere espositivo- argomentativo) accanto all’analisi e interpretazione di un testo letterario (che è stata invece mantenuta) risponde proprio all’esigenza di verificare, anche in sede di esame, le reali competenze di uso della lingua italiana, soprattutto rispetto all’esatta comprensione di un testo scritto, sintesi corretta ed efficace del suo contenuto, capacità di produzione di proprie argomentazioni e riflessioni sulle tematiche proposte.
Le sette tracce
In complesso allo studente verranno proposte sette tracce tra cui scegliere quella da svolgere. Due riguarderanno la prima tipologia, tre la seconda tipologia e due la terza. A differenza degli scorsi anni per ciascuna traccia i testi di riferimento saranno assai ridotti, per evitare che lo studente, suo malgrado, si trovi a fare il collage delle tante tesi, in genere molto autorevoli, ma al contrario possa concentrarsi sullo sviluppo delle proprie argomentazioni e riflessioni, basandosi sulle conoscenze acquisite. Le sette tracce spaziano tra diversi ambiti del sapere, quali quello artistico, letterario, filosofico, scientifico, tecnologico, economico e sociale, e anche storico (per inciso, nelle simulazioni di febbraio sono state proposte due tracce che hanno riguardato quest’ultimo ambito), in modo da offrire agli studenti di tutti gli indirizzi di studio tematiche che hanno avuto modo di approfondire durante il percorso scolastico.
Insomma, l’intento esplicito è quello di proporre ai candidati una sorta di “prova autentica”, molto simile ai compiti e alle richieste che si troveranno a sostenere in contesti reali di studio, di lavoro e di vita. Infatti, è di comune esperienza quanto nella vita personale e professionale di ciascuno sia importante avere la capacità di comprendere, sintetizzare, come pure produrre un proprio testo organizzando le informazioni e le conoscenze.
I nuovi obiettivi
Sono noti i dati preoccupanti che emergono dalle indagini Piaac dell’Ocse sull’analfabetismo funzionale (che consiste nell’incapacità di comprendere frasi e testi complessi, cogliendo solo il senso di singole parole e di frasi semplici) della popolazione adulta del nostro Paese. In Italia, infatti, la percentuale di cittadini che, in pratica, non è in grado di leggere un giornale o di cogliere i contenuti di un telegiornale o, molto più banalmente che non riesce a compilare un semplice modulo perché non ne comprende le istruzioni, si aggira intorno al 28% , fra le più alte dei Paesi sviluppati.
Ecco perché con queste nuove tipologie di prova, che vanno a sostituire quelle dell’articolo di giornale e del saggio breve, certamente lontane dalle reali competenze e dal campo di esperienze dei nostri studenti, si vuole rendere la prima prova scritta più coerente con gli obiettivi di apprendimento di tutti i percorsi di studio del secondo ciclo che, per quanto riguarda l’italiano, sono volti al rafforzamento della competenza linguistica, secondo quanto previsto dalle linee guida (per gli istituti tecnici e professionali) e dalle indicazioni nazionali (per i licei), già dal 2010.
Proprio per rendere più stringente il collegamento e la coerenza della prova d’esame con gli obiettivi di apprendimento dei percorsi di studio, è stato predisposto un quadro di riferimento che definisce la natura e la struttura delle singole tipologie proposte. Il quadro di riferimento costituisce, quindi, il complesso delle indicazioni che stanno ispirando il lavoro degli esperti che predispongono le tracce d’esame e le simulazioni di prova, ma nel contempo rappresenta il documento di cui gli insegnanti e le scuole dovranno tener conto per la preparazione degli studenti all’esame. In questo modo il quadro di riferimento svolge una funzione duplice, di orientamento del lavoro degli esperti e di trasparenza verso le scuole e i candidati.
Infine, le commissioni d’esame avranno a disposizione anche una griglia di valutazione nazionale che permetterà, si spera, di dare maggiore omogeneità alla valutazione degli elaborati, evitando le forti sperequazioni territoriali registrate negli anni scorsi.
Carmela Palumbo: Miur, capo dipartimento per il Sistema educativo di istruzione e formazione
.
.
.
.
.