Quel che proprio non gli va giù è la sensazione di essere stato lasciato solo: «Non ce l’ho con il ragazzo, ci mancherebbe – specifica – resta il fatto che trovo sia stato altamente diseducativo il messaggio che è stato mandato con la sua promozione. Non solamente nei confronti di questo alunno, di cui in sostanza abbiamo avvallato il comportamento, a partire da quando mi ha detto che avrebbe chiamato i genitori per farmi picchiare. Ma anche nei confronti di tutti gli altri ragazzi dell’istituto, ai quali abbiamo fatto capire che possono fare quello che vogliono, tanto alla fine qualcuno ti promuove. Anche se, per fortuna, devo dire che ci sono diversi colleghi all’interno della scuola che a loro volta pensano che sia stato diseducativo promuovere il ragazzo».
ERRORI CONTINUI
Per Falsone è stato tutto sbagliato fin dal principio. Pochi giorni prima dell’aggressione, il prof aveva detto al 12enne di uscire durante la ricreazione, come prevede il regolamento scolastico e come avevano già fatto tutti i suoi compagni. Lui non voleva, diceva di avere freddo a causa dei jeans strappati. A quel punto l’insegnante gli ha messo una mano sulla spalla per invitarlo a uscire comunque. È stata la scintilla. Una volta a casa, il giovane ha raccontato tutto ai genitori di etnia Rom. E il 23 dicembre il padre si è presentato a scuola, accompagnato da un figlio più grande, di 16 anni, e ha preso l’insegnante a spintoni e ceffoni. A fronte di tutto ciò, dopo l’aggressione l’istituto ha aperto un procedimento disciplinare a carico del docente, archiviato nel giro di alcune settimane. Mentre non ha preso alcun provvedimento verso il ragazzo.
L’IMBARAZZO
«Da insegnante, una decisione di questo tipo mi mette in una difficoltà enorme nel riuscire a valutare tutti gli altri ragazzi sottolinea Falsone perché nel momento in cui saltano determinati capisaldi sul fronte del comportamento, non ci sono più parametri con cui valutare tutti gli altri alunni. Poi, per questione di privacy, non posso dire nulla sul rendimento del ragazzo in questione, né sulla sua frequenza a scuola. Ma ho seri, seri dubbi che questa promozione sia stata educativa per lui».
I DIRIGENTI
Accuse pesantissime. Davanti alle quali la scuola di Paese preferisce trincerarsi dietro al silenzio. Non capita spesso che un prof decida di chiedere il trasferimento perché si è sentito abbandonato dai vertici dell’istituto: «Su questa cosa non sono informata – taglia corto la preside Paola Rizzo – e non ho nulla da dire». Stessa musica per quanto riguarda i dubbi sulla promozione del 12enne sollevati da Falsone sotto il profilo educativo. «Non è compito mio fare alcuna dichiarazione in merito».
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