di Eugenio Bruno e Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore, 26.3.2019
– La prima novità della maturità 2019 riguarda i requisiti di ammissione: il consiglio di classe potrà ammettere alle prove anche studenti con una sola insufficienza. In questo caso, servirà «una adeguata motivazione». Restano invariati, invece, i due “paletti” generali: il sei in ciascuna disciplina (comportamento incluso) e l’aver frequentato almeno i tre quarti del monte ore annuale previsto.
Non sono necessari per accedere alle prove, almeno per quest’anno, la partecipazione ai test Invalsi e lo svolgimento delle ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro (ora denominata, percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento). La loro operatività è stata rinviata, per ora, al prossimo anno scolastico.
Che cosa cambia
L’altra grande novità dell’esame di Stato, che partirà il 19 giugno, è la modifica alle prove: gli scritti scendono da tre a due, italiano, uguale per tutti, e materia d’indirizzo. Non c’è più il “quizzone” predisposto da ciascuna commissione. Per quanto riguarda il primo scritto, accanto alla tipologia dell’analisi e interpretazione di un testo letterario, che rimane, vengono introdotte altre due nuove tipologie di prova, l’analisi e produzione di un testo argomentativo e quella della riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo. Il secondo scritto diventa “misto”, con due materie caratterizzanti anziché una sola, come è stato fino allo scorso anno scolastico (latino e greco al liceo classico, matematica e fisica al liceo scientifico).
A cambiare è anche la composizione del voto finale. Che rimane espresso in centesimi, ma il credito scolastico (cioè il punteggio maturato dal ragazzo nell’ultimo triennio) vale fino a 40 punti (invece dei 25 precedenti). I restanti 60 punti spettano alla commissione: massimo 20 per ciascuno dei due scritti, e massimo 20 per il colloquio, dove riconquista un minimo di peso l’alternanza. Non solo. Il nuovo orale non sarà più un’interrogazione a tutto campo, partendo dalla “tesina” elaborata dal ragazzo. Intanto, il colloquio inizierà dai materiali predisposti dalla commissione, che possono essere «testi, documenti, esperienze, progetti, problemi». Serviranno per avviare la prova con il ragazzo, che poi si svilupperà in una più ampia e distesa trattazione di carattere pluridisciplinare. Sempre nel corso dell’orale, oltre all’alternanza, gli studenti verranno “testati” pure su attività e progetti svolti nell’ambito di «Cittadinanza e Costituzione».
Il ruolo dei commissari
In quest’ottica, i commissari dovranno attenersi rigorosamente a quanto previsto nel documento preliminare elaborato dai docenti della classe entro il 15 maggio (che acquista, pertanto, un ruolo sempre più centrale nell’esame di Stato). La commissione è tenuta a predisporre, per ogni classe, un numero di buste con i materiali di avvio del colloquio pari al numero dei candidati, aumentato almeno di due unità. Ad esempio, se i candidati sono 25, saranno predisposti 27 materiali. Il giorno dell’orale, il presidente sottoporrà al ragazzo tre buste fra cui scegliere.
Per quanto riguarda infine le commissioni non ci sono particolari modifiche: presidente esterno, tre membri interni, tre esterni. Il punteggio minimo per superare l’esame rimane 60. La commissione può integrare il voto assegnando un bonus di massimo di cinque punti, se il candidato ha ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti e un risultato nelle prove d’esame di almeno 50 punti. Per la “lode” occorre l’unanimità.
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Una insufficienza non preclude l’ammissione ultima modifica: 2019-03-26T06:19:11+01:00 da