Tuttoscuola, 26.4.2016
– Prepariamoci, dunque, ad affrontare un altro referendum abrogativo. Questa volta sulla scuola.
E’ partita la raccolta, infatti, delle firme per proporre alcuni quesiti referendari relativi a singole disposizioni contenute nella legge 107/15 sulla Buona Scuola.
In particolare i promotori del referendum-scuola chiedono che siano cancellati i poteri concessi ai dirigenti scolastici, il bonus scuola per le private, l’istituzione dei nuovi Comitati di valutazione e l’obbligatorietà delle ore di Alternanza scuola-lavoro.
Proprio su questa ultima questione, l’alternanza scuola-lavoro, che i promotori non vorrebbero obbligatoria, e sulle sue finalità, ci sia consentito esprimere alcune perplessità.
Una prima considerazione: da anni, soprattutto negli ambienti della sinistra e del mondo sindacale, si chiedeva di creare un rapporto strutturale tra scuola e lavoro per una formazione completa dei giovani. Dopo una timida fase sperimentale circoscritta, era stato però un governo di centro-destra a tradurre l’alternanza in norma (d.lgs 77/2005), con una accentuata caratterizzazione aziendalistica.
Ora la legge 107/15 interviene con accentuate modifiche strutturali: potenzia l’orario dell’alternanza, la rafforza nei licei (forse un governo di destra non l’avrebbe fatto), la rende obbligatoria e apre gli accessi ad ogni forma lavorativa, ben oltre i consueti limiti delle aziende tradizionali.
L’impostazione complessiva sembra avere tutte le caratteristiche di un’operazione di sinistra (anche se occorrerà vigilare affinché nella sua applicazione l’alternanza non diventi uno strumento del “mercato del lavoro”), ma proprio da sinistra viene l’attacco più forte contro l’obbligo e contro le finalità di questa forma di alternanza, tanto da proporre un referendum abrogativo.