Studio Rando Gurrieri, 27.9.2017
– Vaccinare i bambini fino ai 16 anni perchè essi possano iscriversi a scuola è un obbligo che, essendo stato stabilito da una legge approvata in via definitiva il 28 luglio e pienamente vigente, non può essere differito ad un tempo successivo, se non, eventualmente, dal parlamento con una modifica alla norma primaria.
Vaccini, game over, il Consiglio di Stato: proroghe illegittime, legge da attuare subito
ultima modifica: 2017-09-28T05:14:36+02:00
da Il Consiglio di Stato ha posto ieri la parola fine alla querelle, e ad una serie di provvedimenti di talune regioni, con un parere dato sul tema dato ad un quesito posto dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Già a decorrere dall´anno scolastico in corso, trova applicazione la regola secondo cui, per accedere ai servizi educativi per l´infanzia e alle scuole dell´infanzia, occorre presentare la documentazione che provi l´avvenuta vaccinazione» si legge nel parere.
Il Consiglio di Stato ha sottolineato che «la copertura vaccinale può non essere oggetto dell´interesse di un singolo individuo, ma sicuramente è d´interesse primario della collettività». E «la sua obbligatorietà può essere imposta ai cittadini dalla legge, con sanzioni proporzionate e forme di coazione indiretta variamente configurate, fermo restando il dovere della Repubblica (anch´esso fondato sul dovere di solidarietà) di indennizzare adeguatamente i pochi soggetti che dovessero essere danneggiati dalla somministrazione del vaccino e di risarcire i medesimi soggetti, qualora il pregiudizio a costoro cagionato dipenda da colpa dell´amministrazione». Quindi, porre ostacoli ai vaccini accreditati dalla scienza medico-legale e dalle autorità pubbliche «vulnera immediatamente l´interesse collettivo, giacché rischia di ledere, talora irreparabilmente, la salute di altri soggetti deboli».
«Rischio è danneggiare salute dei deboli»
La vaccinazione dei bambini – riportiamo altri stralcio del parere del Consiglio di Stato – si atteggia «misura idonea e proporzionata a garantire la salute di altri bambini» e tutela , «grazie al raggiungimento dell´obiettivo dell´immunità di gregge, la salute delle fasce più deboli, ossia di coloro che, per particolari ragioni di ordine sanitario, non possano vaccinarsi». Mentre «bambini costretti a frequentare classi in cui sia bassa l´immunità di gregge potrebbero essere esposti a pericoli per la loro salute». Contrariamente a quanto affermato dai «sostenitori di alcune interpretazioni riduzionistiche del diritto alla salute», «la Costituzione non riconosce un´incondizionata e assoluta libertà di non curarsi o di non essere sottoposti trattamenti sanitari obbligatori (anche in relazione a terapie preventive quali sono i vaccini), per la semplice ragione che, soprattutto nelle patologie ad alta diffusività, una cura sbagliata o la decisione individuale di non curarsi può danneggiare la salute di molti altri esseri umani e, in particolare, la salute dei più deboli, ossia dei bambini e di chi è già ammalato».
Non ci sarà quindi alcuna proroga o differimento, tantomeno da parte delle regioni. La normativa è più che mai in vigore, e, per i sostenitori del no, l´unica strada aperta è quella del ricorso alla Corte Costituzionale, come annunciato ieri dal governatore del Veneto che, ha affermato, si adeguerà per il resto al parere del Consiglio di stato.
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