di Viola Giannoli, la Repubblica, 21.3.2025.
Scuola, Valditara contro asterischi e schwa: “Nelle comunicazioni serve rispetto per l’italiano”(ansa). Circolare a tutte le scuole: “L’uso di segni grafici non conformi rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale”. Fdi: “Sono scarabocchi”. PD:”Battaglia ideologica di retroguardia”.
No all’asterisco e allo schwa a scuola. È l’ultima crociata del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Per il dicastero quei simboli utilizzati per indicare un genere neutro non rispettano le regole della lingua italiana e vanno dunque bannati dalle comunicazioni ufficiali.
A tutte le scuole d’Italia è arrivata stamattina la circolare di Valditara che informa: “Nelle comunicazioni ufficiali è imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italiana. L’uso di segni grafici non conformi, come l’asterisco (*) e lo schwa (?), è in contrasto con le norme linguistiche e rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale”.
Per sostenere la sua indicazione, Valditara scrive: “L’Accademia della Crusca ha, infatti, più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi”.
A firmare quel parere, il 9 marzo del 2023, era stato il presidente della Crusca, Claudio Marazzini, scelto dal ministro come membro autorevole della Commissione che ha appena redatto le nuove indicazioni nazionali per le elementari e le medie. E che oggi, plaudendo all’iniziativa di Valditara, dice: “Nelle comunicazioni ufficiali occorre sempre mantenere la regolarità della lingua italiana, utilizzando la sua forma ufficiale, cioè la sua forma grammaticale standard, accettata e compresa da tutti i parlanti. Va dunque escluso tassativamente l’asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico. Lo stesso vale per lo scevà o schwa”.
Secondo il ministero, “l’uso arbitrario di questi simboli introduce elementi di ambiguità e disomogeneità, rendendo la comunicazione meno comprensibile e meno efficace. Il ministero invita, pertanto, tutte le istituzioni scolastiche a mantenere l’uso di un linguaggio corretto e accessibile, nel rispetto delle norme linguistiche vigenti”.
Ora, davanti alle nuove educazioni del Mim, esultano la maggioranza e le associazioni ultraconservatrici, mentre a bocciarle ci pensano Pd e associazioni Lgbtq+. Su Facebook Matteo Salvini commenta coi punti esclamativi: “Giusto così. Basta con gli eccessi del politicamente corretto!”
“La nostra lingua ha una storia millenaria e una struttura ben definita, che non può essere alterata da forzature ideologiche prive di fondamento normativo”, dice Fabio Pietrella, deputato di Fratelli d’Italia. E il vicepresidente della Camera Fabio Rampelliaggiunge: “La decisione del ministro Valditara ferma il graduale processo di imbastardimento dell’italiano, piegato alle esigenze del politicamente corretto e della finta inclusività”.
Gli ultracattolici di ProVita&Famiglia esprimono “piena soddisfazione” perché “il rifiuto della neolingua Lgbt è un forte richiamo al rispetto non solo delle regole della lingua italiana ma anche e soprattutto della realtà: non esistono generi neutri o altri sessi oltre al maschile e femminile”. E dalla Lega Rossano Sassorilancia: “Ulteriore passo avanti nella lotta contro l’ideologia gender. Ora andiamo avanti su consenso informato e carriera alias”.
Ma si levano anche le voci dell’opposizione: “Il governo fa appello al rispetto della lingua italiana solo quando deve condurre battaglie ideologiche di retroguardia. Piuttosto si occupi dei problemi della scuola”, fa sapere dal Pd Irene Manzi. E la collega di partito Maria Cecilia Guerra aggiunge su Twitter: “Secondo il ministro non c’è invece ambiguità nel riferirsi a una donna con un sostantivo o un articolo maschile, quando la lingua italiana prevede il femminile: la presidente (del consiglio ma non solo), la ministra, la sindaca, la direttrice ecc.? Se ne è dimenticato!”.
Polemiche anche le associazioni Lgbtq+: “Che la lingua italiana abbia dei problemi è noto, e questo dipende però da investimenti prossimi allo zero nella scuola, dal fatto che abbiamo gli insegnanti meno pagati d’Europa, dal fatto che mettiamo in campo riforme prive di visione e innovazione. Non certo dall’uso di soluzione alternative al maschile sovraesteso per l’inclusione di tutti i generi”, attacca Rosario Coco, presidente Gaynet, che paragona Valditara a Trump, censore di decine e decine di parole riferite a donne e omossesuali e considerate però nella nuova America “ideologiche””.
Il deputato dem Alessandro Zan chiude: Vietare asterischi e schwa nelle comunicazioni scolastiche non c’entra nulla con la chiarezza linguistica, ma ha un chiaro significato politico: negare l’esistenza di chi non si riconosce nel binarismo di genere”.
Per i presidi di DirigentiScuola si tratta di “polermiche sterili”: “È evidente che l’intento del ministro non è cancellare le lotte per l’uguaglianza, ma sottolineare che la modifica della lingua non è la soluzione per risolvere temi così complessi, che richiedono un approfondimento in altri contesti sociali e istituzionali. L’uso dell’asterisco o di altri segni grafici per scopi ideologici non solo svilisce la lingua italiana, ma sminuisce anche anni di rivendicazioni per l’equità e il rispetto delle identità di genere”.
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Valditara contro asterischi e schwa ultima modifica: 2025-03-22T06:48:18+01:00 da