Insegnanti

Valditara e sciopero, la sorpresa non è nella sua dichiarazione

dal blog di Gianfranco Scialpi, 3.1.2023.

Valditara e sciopero. Il Ministro ha dichiarato la sua iutilità. Non sorprende. Lascia interdetti la non reazione dei docenti. Ma poi riflettendo bene…

Valditara e sciopero, la dichiarazione non sorprende

Valditara  e sciopero. Il Ministro ha espresso il suo pensiero sullo sciopero a Il Foglio: “Penso sia cambiato qualcosa in profondità: lo sciopero come strumento di lotta politica non tira più. Non funziona più. Si è chiusa, o si sta chiudendo, un’epoca. È ora di avviare una stagione di confronto costruttivo, nella logica di quella grande alleanza fra docenti, studenti, famiglie, istituzioni, parti sociali che ho da subito auspicato. credo sia finita quell’idea antica, forse sessantottina, della scuola come luogo di militanza politica”
La dichiarazione non sorprende. Storicamente la destra ha sempre avuto un rapporto conflittuale con lo strumento dello sciopero. Valditara proviene da questa cultura. Il suo pensiero, ovviamente non confligge con l’art. 40 della Costituzione (“Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano“). In sintesi, però ne dichiara la sua scarsa efficacia.

La scarsa reazione dei docenti

Sui social la dichiarazione del Ministro non ha suscitato alcuna reazione di protesta da parte dei docenti. Più precisamente si possono leggere post, ma tutti risultano disaggregati. In altri termini, non hanno rappresentato un punto di partenza per la creazione di un  soggetto politico capace di elaborare fattivamente una piattaforma sociale contrapposta quella governativa e di destra.
La situazione preoccupa. Sicuramente rappresenta la condizione ideale per il governo e sintetizzata nel detto “Divide et impera
Lo scenario attuale però non  sorprende. I docenti sembrano assenti, indifferenti, apatici di fronte alla rivendicazione salariale. Incosapevolmente la loro ritirata sociale rappresenta un’apologia indiretta al pensiero di G. Valditara. Forse sono consapevoli  che la Costituzione (art. 36 comma 1) ne garantisce il giusto salario “proporzionato alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa“. Nello tempo, però sono realisti: la Carta costituzionale risulta lontana dalla situazione concreta.
Da queste premesse sta emergendo un profilo professionale difficilmente decifrabile. Sicuramente poco interessato alle tematiche normative e giuridiche, tranne per quelle inerenti la culpa in vigilando. L’impegno didattico è tutto da valutare, mancando dei criteri valutativi oggettivi. Le prospettive rischiano di portare gradualmente verso un volontariato (mancanza di compenso adeguato) che alla lunga non farà bene alla scuola.

 

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Valditara e sciopero, la sorpresa non è nella sua dichiarazione ultima modifica: 2023-01-03T13:27:02+01:00 da
Gilda Venezia

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