– Vandalismo a scuola è il momento delle responsabilità. Sicuramente non della scuola, come ha accennato il Ministro. Mi riferisco agli studenti e ai genitori. E’ l’ordinamento giuridico a prevedere lo scenario. Senza scorciatoie e giustificazioni.

Vandalismo a scuola prima le responsabilità individuali

Ho scritto l’altro giorno un contributo nel quale mettevo in risalto le responsabilità politiche di un disastro educativo e di un probabile funerale del sistema scolastico. Ma prima di queste , la responsabilità è sempre personale diretta o indiretta. La prima si riferisce agli autori materiali degli atti vandalici: gli studenti. La seconda coinvolge i genitori, se i loro figli sono minorenni.
Nel caso specifico la responsabilità è di natura penale, civile e amministrativa. Pare che i danni ammontino a ventimila euro. Inoltre è stato distrutto un defibrillatore.

La normativa è molto chiara e precisa

Come scrivevo sopra, la responsabilità è innanzi tutto dei ragazzi. Non è stata rivelata la loro età. Sicuramente sono ultraquattordicenni (studenti delle superiori). E per questi soggetti  il codice penale è chiaro. Mi riferisco all’art. 98 che recita:

È imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto aveva compiuto i quattordici anni, ma non ancora i diciotto, se aveva  capacità di intendere e volere”.

A questa responsabilità diretta si associa quella indiretta e che afferisce alla “culpa in educando” che si basa sul detto “la mela non cade mai lontano dall’albero“.

Questa deriva dall’art.30  della Costituzione (“E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”) dal quale discende l’art. 2048 (“Il padre e la madre, o il tutore sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela, che abitano con essi”).

Una breve considerazione

Ovviamente saranno i giudici a stabilire le sanzioni e le pene per gli “scriteriati” ragazzi, che, come  scrivevo l’altro ieri, hanno offeso indirettamente la nostra Repubblica. Mi auguro che siano severe, partendo dal Consiglio d’istituto ( bocciatura finale “senza se e senza ma”, con obbligo di frequenza).
Molti ragazzi dell’attuale generazione sono cresciuti (solo fisicamente) grazie ai tanti “si” e quasi nessun “No”.

Hanno fatto dell’illimitatezza il paradigma della loro vita. E questo grazie ai genitori che li hanno trasformati in tanti totem, direi “dei” onnipotenti” da ossequiare e difendere a prescindere. Troppo facile chiedere il perdono, come ha fatto uno dei ragazzi  a Mattino Cinque: ” Mi pento di aver partecipato all’occupazione della scuola e chiedo scusa innanzitutto al preside poi a tutti i professori e all’istituto“.

Il perdono fa parte della sfera privata. In una comunità esistono diritti e doveri definiti dalla legge. Chi decide diversamente deve prendersi le dovute conseguenze, pagando i danni (i genitori?). Senza dimenticare, ripeto, il danno incalcolabile di offesa alla Repubblica Italiana con l’atto irriguardoso e indecente di fare la pipi sul muro della scuola. Punto!

.

.

.

.