Via alla chiamata diretta per 500 prof (anche dall’estero) e 1.000 ricercatori in più: oggi il sì alla legge di stabilità

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Prende corpo il menù della legge di stabilità per scuola, università e ricerca. Come annunciato nei giorni scorsi su Scuola24 , nei fatti si realizzerà un travaso di risorse dal mondo della scuola – che l’anno scorso ha portato a casa i 3 miliardi del fondo Buona Scuola e che dunque ha già visto un importante iniezione di liquidità – agli altri due comparti gestiti dal Miur. In primis gli atenei visto che il ddl atteso oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri dovrebbe contenere un bando per l’assunzione (probabilmente con chiamata diretta) di 500 prof, un piano ricercatori (si parla di almeno 1.000 l’anno) , un azzeramento del “taglio Tremonti” al Ffo e l’aumento a regime fino a 6mila unità degli specializzandi in medicina.

Le misure per università e ricerca
La misura più attesa è probabilmente il concorso internazionale per 500 professori universitari – associati e ordinari – che vale uno stanziamento da 50 milioni. A causa soprattutto dell’effetto annuncio che si è creato dopo le parole del premier Matteo Renzi a “Che tempo che fa” di domenica scorsa. Fino a ieri sera la norma non aveva assunto ancora un contorno preciso. Dovrebbe trattarsi di una chiamata diretta (aperta anche a prof stranieri) per l’attribuzione di incarichi di ordinario o associato su tutto il territorio nazionale: insomma professori a tutti gli effetti. A prescindere dal modello utilizzato in rampa di lancio sembra esserci anche un piano per l’assunzione di 1.000 ricercatori l’anno grazie allo sblocco del turnover al 100% per i ricercatori di tipo a) previsti dalle legge Gelmini a cui si dovrebbero aggiungere 60 milioni. Sempre alla voce università – e più nel dettaglio al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) – dovrebbe arrivare, da un lato, l’annullamento del cosiddetto “taglio Tremonti” grazie a un recupero di 150 milioni nel 2016 (190 nel 2017 e 200 nel 2018) e, dall’altro, un cambiamento dei criteri per l’attribuzione della sua quota premiale. Non più 3/5 sulla base della valutazione della ricerca pesata dall’Anvur con la Vqr e 1/5 sulla base di quella delle politiche di reclutamento, bensì 3/5 sulla base di queste due voci messe insieme e un quinto sulla base dei risultati della didattica. Gli stessi atenei porterebbero a casa infine una maggiore flessibilità sugli ordinamenti didattici e l’aumento degli specializzandi in medicina (si parla di 6mila borse a regime) grazie all’aggiunta di 57 milioni nel 2016, 86 nel 2017 e 126 per il 2018. Manca, almeno per ora, tre le misure della manovra uno dei punti più sensibili per gli studenti: quello delle risorse per il diritto allo studio. L’aumento dei fondi per le borse di studio – si parlava di 100 milioni – non dovrebbe infatti entrare nella legge di stabilità.

Il contributo della scuola
Poche dovrebbero essere le norme sulla scuola. Specie alla voce ”avere”. Si dovrebbe tornare indietro infatti su una norma varata con la stabilità 2015 facendo rivivere dopo 12 mesi le supplenze brevi per i collaboratori scolastici. Laddove il divieto di conferire inferiori a 7 giorni resterebbe in vita per docenti e assistenti tecnico-amministrativi e dovrebbe arrivare anche uno stanziamento di 5 milioni per il nuovo concorso a cattedra da 60mila posti previsto dalla Buona Scuola. Più corposa la lista di misure attese alla voce “dare”. Degli oltre 350milioni che il Miur dovrebbe lasciare sul terreno circa la metà dovrebbero arrivare dalle risorse destinate a incrementare i fondi contrattuali stanziati per le iniziative dirette a valorizzazione e sviluppo professionale della carriera del personale della scuola (qui resta da vedere la reazione dei sindacati). Probabilmente, saranno tagliati anche 60 milioni di euro “inutilizzati” per le supplenze al momento del passaggio al differente sistema di pagamenti introdotto dal dl 78 del 2010. Nel mirino potrebbe finire ancora una volta la ex legge 440: qui si starebbe pensando di “alleggerirla” di 32 milioni di euro nel 2016, nella sua parte destinata alle spese dell’amministrazione per i sistemi informatici.

Via alla chiamata diretta per 500 prof (anche dall’estero) e 1.000 ricercatori in più: oggi il sì alla legge di stabilità ultima modifica: 2015-10-15T06:16:41+02:00 da
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